Pace in bici: da Rovigo ad Aviano per commemorare Hiroshima e Nagasaki

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Una sessantina i partecipanti che pedaleranno per tutti e quattro i giorni: a loro se ne aggiungeranno molti altri per un giorno o due, o anche solo per un breve tratto. La prima tappa sarà  a Villadose, dove l’amministrazione comunale accoglierà  la carovana, il parroco suonerà  le campane e le associazioni hanno preparato un punto ristoro. Solo per citare le località  che hanno organizzato un momento di saluto a Pace in Bici nella prima giornata: dopo Villadose, la carovana si fermerà  ad Adria, a Cavarzere, ad Arzergande, per il pranzo a Piove di Sacco, a Sant’Angelo di Piove e a Ponte San Nicolò, dove il Parco Vita è stato addobbato con bandiere della pace e tutta la cittadinanza è stata invitata dall’amministrazione comunale ad unirsi alla carovana per accompagnarla fino all’appuntamento a Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova. “E’ proprio questo l’obiettivo di Pace in Bici: estendere la rete di persone, associazioni, Enti Locali che si impegnano per la definitiva messa al bando di tutte le armi nucleari” – afferma don Albino Bizzotto, leader di Beati Costruttori di Pace.

Quest’anno la carovana diventa internazionale con l’arrivo di 7 ciclisti nonviolenti tedeschi, partiti da Monaco già  la settimana scorsa. Portano con loro un messaggio per il sindaco di Aviano da parte del sindaco di Mutlangen, la città  tedesca che per tanti anni ha ospitato i famigerati Pershing II, gli “euromissili” dello stesso tipo dei Cruise che erano dislocati in Sicilia negli anni ’80” – aggiunge don Albino. Tutte quelle armi nucleari furono rinmosse e smantellate in seguito agli accordi tra Reagan e Gorbaciov”. E oggi il sindaco di Mutlangen racconta come la sua città  è cambiata da quando quei terribili strumenti di morte non sono più lì: “Noi, qui a Mutlangen, abbiamo visto le possibilità  che si aprono ad una città  che si libera dalla presenza delle armi nucleari. Lì dove i razzi nucleari Pershing II erano dislocati un tempo, oggi abitano giovani famiglie che hanno costruito una nuova comunità . Dove la vita degli uomini era stata minacciata per decenni dalla presenza delle armi nucleari, è nato l’ottimismo: è nata una nuova vita e una nuova speranza”.

E la speranza in un futuro libero da armi nucleari viaggia anche dentro la carovana. Il più giovane partecipante sarà  Elias, di nemmeno 14 mesi, che si godrà  l’avventura da un carrello agganciato alle bici di mamma e papà . Elias aveva partecipato anche all’edizione del 2010, a soli 50 giorni. Sono in molti i paciclisti che ripetono l’esperienza, segno anche questo che l’impegno per il disarmo e per un rapporto di interdipendenza positiva con l’ambiente costruisce comunità , solidarietà , convivenza.

“Hiroshima e Nagasaki per noi non è solo memoria, ma è l’attualità  di un impegno per arrivare insieme ad una Convenzione Internazionale che metta al bando tutte le armi nucleari” – sottolinea Lisa Clark, storica attivista del movimento. “Per questo si raccolgono le adesioni a Mayors for Peace: l’Italia con i suoi 400 enti locali iscritti è seconda solo al Giappone. E si promuovono le azioni della Campagna ICAN che chiede agli Stati tutti di sedersi intorno al tavolo per negoziare finalmente un trattato che proibisca la ricerca, la costruzione, il possesso, la minaccia e l’uso delle armi nucleari”. Per questo a tutti gli Enti locali che saluteranno la carovana di pedalatori verrà  consegnato un messaggio di “Mayors for Peace” e di ICAN, la Campagna per la messa al bando delle armi nucleari.

“La storia ci insegna – riprende don Albino – che solo una forte determinazione dei popoli può convincere gli Stati ad agire per il bene dell’umanità  intera. Sono partite dalle società  civili del mondo le campagna che hanno permesso di metter al bando le armi chimiche, biologiche, la mine antipersona, la munizioni a grappolo. Oggi l’obiettivo deve essere l’abolizione di tutte le atomiche. Per un mondo libero da armi nucleari. Per un futuro senzatomiche”.

Pur cambiando il percorso, l’unico luogo che non cambia nelle varie edizioni di ‘Pace in bici’ è il punto di arrivo: la base USAF di Aviano, dove sono tuttora custodite alcune decine di armi nucleari. Nonostante l’Italia abbia ratificato il Trattato di Non Proliferazione nucleare (TNP), nel maggio 2008 i rapporti dell’US Air Force hanno confermato la presenza di atomiche Usa a Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone) che nell’insieme sommano una novantina di ordigni nucleari sul territorio nazionale. “Un fatto di cui la popolazione italiana è praticamente all’oscuro e che vogliamo evidenziare anche in questa edizione di Pace in bici” – afferma Tiziano Tissino, membro dell’associazione. Per questo anche quest’anno Pace in Bici si concluderà  ad Aviano: per chiedere la rimozione di quelle bombe nucleari e la messa al bamdo di tutti gli ordigni atomici”.

Il 6 agosto del 1945, alle ore 8.16 locali, gli Stati Uniti sganciarono una bomba atomica sulla città  giapponese di Hiroshima. Fu la prima atomica a essere utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale e causò circa 130mila morti e 180mila persone sfollate. Tuttavia, a causa delle radiazioni, negli anni successivi morirono altre 285 mila persone. Tre giorni dopo con una seconda bomba atomica fu colpita Nagasaki causando circa 80 mila morti. Gli Stati Uniti non hanno mai, ufficialmente, fatto alcun passo indietro su quella scelta e dal dopoguerra nessun membro in carica dell’Amministrazione Usa ha preso parte alle commemorazioni del bombardamento.

A seguito della vittoria dei Democratici alle ultime presidenziali e della nuova politica estera inaugurata dal Presidente Barack Obama si sono però visti dei cambiamenti anche su questo spinoso problema: due anni fa Nancy Pelosi, la speaker della Camera dei Rappresentanti, è stata il primo rappresentante istituzionale a recarsi in visita al Memoriale della Pace di Hiroshima. E l’anno scorso l’ambasciatore Usa a Tokyo, John Roos, – che già  aveva visitato il Peace Memorial poco dopo la sua nomina – è stato il primo rappresentante ufficiale del governo americano alle commemorazioni di Hiroshima.

Passi che hanno preparato la visita in Giappone del Presidente Obama, svoltasi nel novembre del 2009, quando il presidente Obama ha espresso il desiderio di visitare Hiroshima e Nagasaki nel corso del proprio mandato. “Purtroppo non avrò l’opportunità  di visitare queste due città  durante la breve visita in Giappone – disse Obama in quell’occasione. “Ma Lo voglio fare nel corso del mio mandato. Il ricordo di Hiroshima e Nagasaki è radicato nella memoria di tutto il mondo e sarei onorato dell’opportunità  di poter visitare queste due città  nel periodo della mia presidenza”. [GB]


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