Pil, crescita a rilento A rischio l’obiettivo 2011

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ROMA— Il Pil nel secondo trimestre è poco sopra lo zero e la produzione industriale di giugno arretra dello 0,6%rispetto a maggio. Nel giorno in cui il governo lancia un segnale al mondo finanziario annunciando interventi sul bilancio pubblico, le stime dell’Istat sull’economia «reale» parlano di una crescita lenta. La produzione di ricchezza della macchina Italia nel secondo trimestre 2011 è cresciuta dello 0,3%sul trimestre precedente e dello 0,8%rispetto al secondo trimestre 2010, secondo i dati provvisori che andranno confermati in settembre.
La proiezione è di +0,7%per il 2011 (crescita media annua che si avrebbe in caso di una variazione nulla negli altri due trimestri dell’anno): inferiore a quanto stimato dal Documento di economia e finanza (+1,1%su base annua). Sul dato pesa— spiega l’Istituto di statistica — il calo dell’agricoltura. Che era invece cresciuta nei due trimestri precedenti. L’ultimo calo per il settore era stato, infatti, registrato nel terzo trimestre 2010. Va peggio sul fronte della produzione industriale, che a giugno segna -0,6%rispetto al mese precedente, mentre il confronto con giugno 2010 parla di un leggero incremento (0,2%). E per i prossimi mesi le previsioni sono tutt’altro che positive.
 Il Centro studi di Confindustria stima infatti a luglio una riduzione della produzione industriale dello 0,4%su giugno: «La dinamica della produzione, dopo l’incremento del secondo trimestre (+1,5%sul primo), è stimata tornare a tassi negativi nel terzo (-1,0%la variazione acquisita)» . Non conforta che anche la più in salute delle economie europee, quella tedesca, faccia un passo indietro sul piano della produzione industriale, arretrando dell’ 1%. Il risultato nell’arco dei dodici mesi è però di tutto rispetto: +6,7%confrontato con lo stesso mese dello scorso anno. Il mondo produttivo è preoccupato dai dati di un’economia che stenta. Anzi, per Confcommercio «è drammaticamente ferma. Infatti il tenue incremento nel secondo trimestre non può essere considerato sufficiente a riavviare lo sviluppo» .
 I costruttori edili dell’Ance ritengono che «azzerare il fabbisogno intervenendo con la scure sulla spesa in conto capitale significa uccidere le imprese» . E Confesercenti ripete il mantra delle parti sociali: «Dare segnali sul pareggio di bilancio, sull’allentamento della morsa del Fisco che assedia famiglie e imprese, sulle opere pubbliche da concludere senza indugi, sui tagli coraggiosi» .


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