“L’America si è fermata e la Bce non combatte ora l’Italia rischia davvero”

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«Gli Stati Uniti hanno il 50% di probabilità  di finire di nuovo in recessione». Nouriel Roubini, l’economista della New York University che aveva previsto contro il parere generale la crisi del 2008, lancia l’allarme sul temuto double dip. Con un’aggravante: «Rispetto ad allora, la situazione globale è peggiore. Il Giappone sta faticosamente riprendendosi ma serviranno parecchi mesi perché possa dirsi fuori pericolo, la Cina rallenta, perfino la proverbiale macchina da export della Germania dà  segnali di affaticamento».
La saga a Washington dell’accordo sul debito era solo la punta dell’iceberg?
«Ha ricordato che non c’è solo il problema dei debiti privati in America ma un indebitamento pubblico pari al 100% del Pil. L’economia è in stallo: i consumi fermi, la crisi immobiliare lontana dall’essere risolta, l’export senza mercati di sbocco. Non è facile rilanciare l’economia quando un partner dell’importanza dell’Europa è a sua volta in una crisi spaventosa».
Le misure varate non bastano per il riequilibrio europeo?
«Bastavano finché il problema era la Grecia. Ma il contagio ha travolto Irlanda e Portogallo, e in tutti quei Paesi si dovrà  stabilire di fatto un protettorato con la Germania che coordina le politiche fiscali. L’Italia e la Spagna potrebbero presto seguire la stessa strada, sono on the verge, sull’orlo di perdere l’accesso ai mercati internazionali e quindi di aver bisogno di interventi».
Ma anche l’Italia avrà  bisogno di soccorso?
«Molto probabilmente sì. La situazione sta rapidamente diventando drammatica. C’è il 70% di possibilità  che dobbiate ricorrere agli aiuti internazionali per la perdita di accesso ai mercati che per un Paese indebitato è disastrosa. Non è vero che l’Italia è troppo grande per fallire. Può fallire benissimo, il problema è che probabilmente è troppo grande per essere salvata: le risorse per aiutarla dovranno venire necessariamente dall’European Financial Stability Facility, la cui dotazione andrebbe però raddoppiata, se non triplicata, con una massiccia nuova emissione di bond (da parte della stessa Efsf) che non è detto tra l’altro che stavolta abbiano la tripla A. Tutto questo implica un processo politico ampio, concordato, ritualizzato. Non basta il parere della Bce come per gli interventi oggi previsti, va reimbastito un negoziato politico a partire dall’opera di convincimento della Merkel sul proprio elettorato, dagli esiti tutti da verificare. Se ne parlerà  non prima dell’autunno: ma intanto la speculazione ogni giorno attacca».
L’uscita dai mercati coincide con il famigerato 7% di interesse sui BoT che si avvicina minaccioso?
«Più o meno quella è la soglia. E l’Italia non sta facendo nulla per arrestare la corsa dello spread. Ha perso credibilità ».
In tutto questo perché ieri la Bce ha tenuto fermi i tassi?
«È stato un errore averli rialzati due volte dall’inizio del 2011. Nell’emergenza i tassi vanno azzerati, come ha fatto la Fed. La Bce deve diventare finalmente un lender of final resort come la banca americana. Non solo: deve battersi per avere un euro alla pari o tutt’al più a 1,10 sul dollaro».
La Merkel e Sarkozy sembrano decisi a giocarsi fino all’ultima carta pur di mantenere integra l’essenza dell’euro…
«Le due economie più forti hanno interesse a tenere in piedi un’area di libero mercato interno senza vincoli valutari. Ma ora dubitano di potercela fare. Già  si dipingono scenari ben diversi. L’intera architettura dell’euro rischia di essere stravolta».
Berlusconi in Parlamento ha rassicurato tutti…
«Davvero Berlusconi pretende che qualcuno gli creda quando dice che sono i mercati a sbagliare? Che l’Italia è sana, che ha buoni fondamentali, addirittura che ha affrontato la crisi meglio di altri? Forse avrà  un discreto risparmio, ma ha perso la fiducia dei mercati come prova il crollo ormai irrefrenabile dei titoli e dei valori bancari. Il governo ha perso il contatto con la realtà , e la totale assenza di misure pro-crescita ne è una prova ulteriore. Si profilano scenari pesanti, e quel che è peggio è che chi sta al vertice non se ne rende conto. Berlusconi sostiene che i mercati agiscono per ragioni proprie distanti dalla politica: ma chi ha fatto perdere la fiducia nell’Italia se non i politici, a partire dai comportamenti personali? I mercati “scelgono” dove investire».
Una soluzione sarebbero le elezioni?
«Va tenuto presente il fattore tempo. Il Portogallo, nelle more della convocazione delle elezioni ha fatto in tempo a fallire. Ho paura per la Spagna: da qui a novembre è un tempo infinito. Per l’Italia l’unica soluzione è creare subito un governo tecnico presieduto da un personaggio prestigioso e al più presto andare alle elezioni».


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