“Ma commissariare l’Italia è l’unico modo di aiutarla”

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PARIGI – Premessa: «L’Italia è un partner indispensabile, se salta l’Italia, salta anche la Germania, l’Europa e alla fine il mondo. Quindi, l’Italia non salterà ». L’economista Alain Minc è tra i consiglieri più fidati e ascoltati di Nicolas Sarkozy, ancor di più in questi ultimi mesi, data la sua conoscenza del nostro paese. «Ormai non c’è più tempo da perdere sulla via del risanamento» avverte. La premessa era solo un contentino. Quel che segue è un messaggio chiaro, netto, che lascia trasparire gli umori inconfessabili dell’Eliseo. La fragilità  della leadership italiana ha reso inevitabile una sorta di commissariamento da parte dell’Europa per costringere Berlusconi a prendere le misure necessarie. «Il governo italiano è così debole che forzargli la mano è in realtà  un modo di aiutarlo». Ma con una eventuale uscita di scena di Berlusconi, aggiunge Minc, l’Italia ritroverebbe prestigio e fiducia dei mercati. Il consigliere del presidente francese conferma, insomma, il pressing su Roma, e guarda con favore a un nuovo governo tecnico, citando l’esempio di Amato-Ciampi durante la crisi del 1992-93. Minc è convinto che Sarkozy e Merkel salveranno l’euro. «Entro la fine del mese – annuncia a Repubblica – Francia e Germania presenteranno proposte comuni per una nuova governance economica dell’Eurozona».
Nonostante gli sforzi per aiutare l’Italia, le autorità  europee non riescono ancora a calmare i mercati.
«La crisi italiana ha provocato un sussulto di solidarietà  europea che, se ce ne fosse bisogno, diventerebbe persino mondiale. Anche i cinesi non possono permettersi di lasciare crollare l’Italia, e dunque l’euro. Bisogna ora trovare un equilibrio tra questo inizio di federalismo sul debito e quello dei singoli bilanci. E’ proprio il lavoro che si sta facendo sull’Italia».
La Bce ha finalmente cominciato a comprare i Btp italiani. Basterà ?
«Il suo intervento è necessario finché il Fondo di solidarietà  tra gli Stati non diventerà  operativo. Ma si tratta comunque di un sostegno vincolato ad azioni economiche e finanziarie molto chiare da parte dell’Italia. Prefigura il futuro funzionamento della solidarietà  europea: aiuti in cambio di impegni estremamente rigorosi».
L’Italia sarà  capace di attuare le riforme che le vengono chieste?
«Quando l’Italia entrò nell’euro, perdendo la valvola di sfogo delle svalutazioni, avrebbe dovuto attuare subito le riforme necessarie per rafforzare la sua competitività . Questo non è accaduto. Quando la sinistra è stata al governo, le misure adottate andavano nel verso giusto, ma con il ritorno al potere della destra populista tutto si è fermato».
Berlusconi può riconquistare la fiducia dei mercati?
«Tutti sanno che se con un colpo di bacchetta magica il vostro attuale governo fosse sostituito con un esecutivo tecnico come quelli che l’Italia sa inventare quando è in difficoltà , allora il problema della fiducia verso il vostro Paese sarebbe risolto immediatamente, o quasi. Inoltre, credo che il Patto per la Crescita presentato da Confindustria e sindacati sia un segnale forte, destinato ad essere apprezzato».
L’effetto-contagio può colpire la Francia?
«Forse ci sarà  una piccola onda sui mercati. È fondamentale che la Francia faccia di tutto per mantenere la sua tripla A. Il governo presenterà  una manovra rigorosa in questo senso, Sarkozy è ben consapevole di doverlo fare. Spero, piuttosto, che il Partito socialista dimostri senso di responsabilità . La tripla A è un bene nazionale».
La sorte dell’euro è in pericolo?
«I nostri paesi pagano per il passato. Oggi il debito medio nell’eurozona è di circa l’80% del relativo Pil. Il 60% corrisponde a 30 anni di gestione pubblica vigliacca, mentre il rimanente 20% è il prezzo pagato per uscire dalla crisi del 2007. Prima della fine d’agosto conosceremo le proposte franco-tedesche per una nuova governance economica europea. Ma un tale passo avanti sul federalismo europeo non può essere deciso in 48 ore. Il tempo della politica non è quello dei mercati».


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