San Patrignano, l’addio di Muccioli Guida collegiale per la comunità
Ieri pomeriggio, sono state formalizzate le dimissioni di Andrea Muccioli che era a capo della struttura di recupero per i tossicodipendenti da 16 anni. Era succeduto nel settembre del 1995 al padre Vincenzo, storico fondatore. Le voci sulle dimissioni di Muccioli e di dissapori interni si rincorrevano da mesi. Però, la Comunità aveva sempre fatto da scudo alle polemiche. Era anche scattato un totonomine sul possibile sostituto. Sostituto che non ci sarà perché la guida di San Patrignano, a meno di prossimi ripensamenti, sarà affidata ai responsabili dei vari settori.
«A loro spetterà collegialmente — spiega il comunicato della comunità riminese — di impostare il futuro assetto organizzativo della Comunità nel rispetto dei principi e dei valori voluti e perseguiti dal Fondatore Vincenzo Muccioli». Un’eredità decisamente pesante viste le dimensioni che ha assunto la Comunità in cui vivono circa 1.500 persone e ha un bilancio di 30 milioni di euro (circa la metà proviene da donazioni).
«La Comunità — prosegue la nota — nel ricevere le dimissioni, esprime i suoi sentimenti di gratitudine per l’attività svolta da Andrea nel corso di questi 16 anni a favore dei ragazzi, nonché per le tante e importanti posizioni da lui assunte a favore delle politiche pubbliche di contrasto e prevenzione all’uso delle droghe». Al ringraziamento della Comunità di San Patrignano, prosegue la nota, «si uniscono anche Gian Marco e Letizia Moratti». Un passaggio importante perché su presunti malumori fra il figlio del fondatore e la famiglia dell’ex sindaco di Milano, principale finanziatrice della Comunità , si erano infittite voci.
«Con le dimissioni di Andrea è finita un’epoca — spiega don Antonio Mazzi, ideatore e anima di Exodus che ogni anno ospita 900 persone con problemi legati alle dipendenze — ovvero quella delle Comunità basate sulla figura carismatica del fondatore. Erano nate sulla scia dell’emergenza di una piaga come l’eroina ma poi erano esplose come dimensioni. È impossibile che una persona sola possa amministrare una città per “abitanti” e bilancio. Occorre un lavoro di gruppo e non di profeti. Ho 81 anni e ho già detto ai miei di prepararsi alla mia successione pensando di gestire Exodus insieme. È l’unica formula. Lo ha dimostrato Comunione e liberazione che alla morte di don Giussani non è diventata una “Cl2” ma ha continuato a evolversi».
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