San Patrignano, lite Moratti-Muccioli e Andrea lascia la guida della comunità 

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RIMINI – Sanpa, come la chiamano ospiti e operatori, volterà  di nuovo pagina. Un comunicato congiunto – firmato da Letizia e Gian Marco Moratti e dal diretto interessato – conferma i boatos che giravano da giorni e spegne le voci cattive che filtravano dall’interno, quelle che raccontavano di dissapori, frizioni, dissensi. Sarà  un divorzio consensuale, tra i principali finanziatori e l’uomo al comando. Andrea Muccioli, figlio ed erede del fondatore di San Patrignano, dopo 16 anni lascerà  il timone della grande comunità  per tossicodipendenti fondata dal padre Vincenzo sulle colline riminesi e foraggiata dall’ex sindaco di Milano ed ex ministro e dal marito petroliere. Milleseicento ragazzi in carico, 30 milioni di bilancio, una visibilità  internazionale. Inchieste giudiziarie che fecero scandalo e divisero l’opinione pubblica, per i metodi di trattamento sperimentati, le catene nelle piccionaie, un ex ospite picchiato e trovato morto in una discarica di Terzigno. Altre storie, altri tempi. Adesso c’è il divorzio imminente, il passo indietro di Muccioli junior, 46 anni, due figli, tre lauree. Modalità  e data della separazione concordata saranno decisi entro qualche settimana. Resterà  immutato, è l’impegno preso per iscritto, «il sostegno che da 32 anni tutta la famiglia Moratti offre alla comunità  e che continuerà  in futuro».
La nota congiunta, zittendo chi insinua che il nuovo capo verrà  calato dall’altro, promette che «sarà  San Patrignano stessa, con i suoi operatori e i suoi volontari, a decidere come assumersi collettivamente le grandi responsabilità  portate avanti con dedizione e successo da Andrea Muccioli». Nessun toto-nomi ufficiale, non ancora. Pochi dubbi, dall’interno. «Lui ha lavorato per anni anche per formare uno staff di collaboratori pronti a raccogliere il testimone, il successore non potrà  essere che uno di loro, uno dei nostri». E guai a buttare lì la parola “licenziamento”: «Andrea è ed è sempre stato un volontario. Non ha mai avuto un contratto di lavoro, non c’è una retribuzione. E poi non sparirà  del tutto. Resterà  a Sanpa con un altro ruolo, nuovi incarichi. Potrebbe fare a tempo pieno il testimonial, a livello internazionale, continuando a portare in giro nel mondo il messaggio del padre, che ci manca da 16 anni». Altre voci, però, restano nell’aria. I problemi veri sarebbero quelli di cassa, in una macchina che ogni anno fa girare milioni a decine, macinando attività  e iniziative di ogni genere, vendita di prodotti enogastronomici, una cantina vinicola, ristoranti, cavalli, concorsi ippici. Personaggi politici e vip in visita, dall’Italia e dall’estero.
A dividere sarebbe la gestione dei conti, il motivo sottotraccia dei dissapori tra l’erede del fondatore e i Moratti. La comunità , aperta nel 1978, ospita 1.600 ragazzi. Dal 1990 è una Fondazione riconosciuta come ente morale, in seguito all’atto con cui la famiglia Muccioli ha ceduto i propri beni alla comunità . L’ultimo “bilancio sociale” di Sanpa pubblicato sul portale dà  una idea delle cifre in gioco: 12,4 milioni entrano in cassa con le iniziative e le forme di autofinanziamento, 3,4 milioni derivano da contributi pubblici, 14,7 milioni rappresentano le donazioni.


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