Schiaffo al figlio per strada, arrestato a Stoccolma

Loading

BARI – Le parole sono poche, come centellinate, per timore di pregiudicare tutto. «Sto bene, solo un po’ provato psicologicamente, non vedo l’ora di rientrare in Italia». Giovanni Colasante, consigliere comunale di Canosa di Puglia, comune della nuova provincia di Barletta-Andria-Trani, arrestato a Stoccolma per aver schiaffeggiato il figlio di 12 anni, si è messo in contatto con il sindaco Francesco Ventola e ha detto di aspettare sereno il processo del 6 settembre.
È incredulo per quanto accaduto, ma spera che tutto vada per il meglio. Attualmente è ospite dell’ambasciatore italiano a Stoccolma, è in libertà  condizionata con l’obbligo di firma. Ma ha trascorso tre giorni rinchiuso nel carcere della capitale della Svezia. Il reato di cui si sarebbe macchiato è maltrattamenti su minori. Secondo quanto riferisce il suo legale, l’avvocato Giovanni Patruno, la polizia lo accusa di aver picchiato il figlio piccolo che stava facendo capricci per non entrare in un ristorante. Sarebbe avvenuto alla presenza di due testimoni libici che avrebbero subito informato la polizia.
Giovanni Colasante si trovava a Stoccolma con la moglie, i suoi due figli e alcuni amici, pronti a salpare per una crociera attraverso i fiordi norvegesi. Ma sulla nave lui non c’è mai salito, arrestato e trasferito in carcere. Secondo la versione del suo avvocato, Colasante non avrebbe picchiato il figlio, ma solo rimproverato gesticolando in maniera eccessiva: «Si è trattato quasi certamente di un equivoco». Il primo cittadino di Canosa Francesco Ventola si dice «sgomento» per quanto accaduto. «Lascia perplessi – dice – questo eccesso di zelo nei confronti di comportamenti che qui sono ritenuti normali ed educativi».


Related Articles

Caso Ryanair, i sindacati chiedono una verifica sulle condizioni di lavoro

Loading

In Italia cancellati 702 voli: pubblicata la lista completa da qui al 22 ottobre

La nuova frontiera del Cristianesimo

Loading

Il pastore partito dal Sud del mondo parla agli ultimi delle Filippine, l’arcipelago cattolico dell’Estremo Oriente

California, 150 detenute sterilizzate “per errore”

Loading

BERKELEY— Almeno 150 donne detenute sono state sterilizzate illegalmente nelle prigioni della California. La denuncia arriva dal Center for Investigative Reporting, l’associazione non profit di giornalismo investigativo

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment