Sempre più debiti per le famiglie italiane

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ROMA – Ogni famiglia italiana, in media, ha sulle spalle un debito di oltre 19 mila euro. Capitali presi a prestito per pagare un mutuo, per cambiare macchina, per andare in vacanza o più semplicemente per fare la spesa. Prestiti bancari, crediti al consumo, soldi ricevuti in cambio di interessi e irrimediabilmente da restituire: la crisi ha fatto sì che questo carico aumenti. Solo in un anno tra il 2009 e il 2010 il monte debiti della famiglia media è salito di 3.268 euro. Ma se si risale al periodo dell’ introduzione dell’euro (gennaio 2002) la crescita dell’indebitamente medio (fino a dicembre 2010) è stata del 131 per cento.
A fornire i dati è il Centro studi degli Artigiani di Mestre che traccia anche un ritratto delle famiglie più interessate al fenomeno. A livello provinciale i debiti più alti (sempre valori medi) sono quelli di Roma: 27.727 euro a famiglia contro la media nazionale di 19.198; seguita da Lodi (27.479) e Milano (27.241 euro). In coda alla classifica due province del Meridione e una sarda: Agrigento (8.938 euro), Enna (8.399) e l’Ogliastra, con i suoi capoluoghi Lanusei e Tortolì (7.952).
Una spartizione fra Centro-Nord e Sud legata in buona parte ai più alti prezzi degli immobili nelle grandi città , ma che in realtà  ha colpito soprattutto i nuclei a basso reddito. Fatto che risulta evidente se, invece di guardare all’ultimo periodo, si analizza la variazione della crescita dell’indebitamento medio tra il 2002, anno di entrata in circolazione dell’euro, e il 2010. In questo caso, sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre «sopra il dato medio nazionale troviamo moltissime realtà  provinciali del Sud. Ciò dimostra che questo aumento è probabilmente legato all’aggravarsi della crisi economica che ha colpito soprattutto le famiglie numerose con una sola fonte di reddito che sono concentrate in particolar modo nel Mezzogiorno».
Di fatto, a fronte di un incremento medio del 131 per cento (contro un’inflazione che nello stesso periodo è aumentata del 18 per cento), va segnalato il 197,8 per cento di Taranto, del 186,2 di Caserta e del 184,3 per cento d’aumento del debito familiare della provincia di Napoli.
Insomma, eravamo un Paese di risparmiatori (la propensione è da anni in diminuzione), stiamo diventando un Paese di indebitati: pur tenendo conto dell’ampia percentuale di case di proprietà  – e quindi della forte presenza di mutui e debiti – la crisi, la disoccupazione e lo scarto di disponibilità  legato alla differenza fra la busta paga e la cassa integrazione hanno lasciato il segno. «Tendenzialmente – si legge nel rapporto della Cgia – la maggiore incidenza del debito sul reddito la ritroviamo tra i nuclei famigliari con possibilità  economiche medio-basse».
Bortolussi fa anche notare che questi sono solo i debiti «ufficiali», lo studio non prende in considerazione in prestiti illegali o contratti al di fuori dagli istituti di credito. «Ma non dimentichiamo che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale – dice il segretario Cgia – Con la contrazione dei prestiti effettuati dalle banche negli ultimi anni, ho l’impressione che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura si diffonda sempre più e non solo nel Mezzogiorno».


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