Senza fiducia
Insomma, la fiducia è venuta meno. Non solo a Berber: il governo viene accusato di non essere in grado di affrontare la crisi finanziaria (ma non stavamo meglio degli altri?) e non avere il coraggio di affrontare l’opinione pubblica, mentendo sulle scelte di politica economica. Questo spiega l’attacco all’Italia di questi giorni. C’è la speculazione, ma gli speculatori fanno il loro «mestiere» e attaccano utilizzando anche sfruttando il caos greco o quello degli Stati Uniti. La speculazione anticipa le tendenze. Una tendenza certa è che questo governo è morto e, quando c’è un morto, i vivi sono disposti a sbranarsi.
Oggi Berlusconi parlerà alla Camera: ripeterà le stesse promesse, farà la sceneggiata, largamente preparata, annunciando che in mattinata il Cipe ha sbloccato 7,5 miliardi di fondi Fas che serviranno allo sviluppo. Annuncerà il lancio della Banca del Mezzogiorno, grandi investimenti nel Sud, citando cifre enormi (100 e più miliardi) che ha già promesso in decine di occasioni. Ma Berlusconi non è il solo responsabile in questo governo di marionette che – tanto per dirne una – vota la fiducia sulla manovra correttiva e due settimane più tardi si accorge che i ticket sono una vera schifezza.
In realtà è tutta la manovra che fa schifo, a cominciare dai tempi. Solo uno sprovveduto (Berlusconi non lo è) o un opportunista (Berlusconi lo è) poteva non capire che l’Italia era da settimane sotto tiro e che una manovra in due tempi era assolutamente sbagliata: rinviare al 2014 il risanamento dei conti è stato un errore fatale che ha fatto emergere tutta la debolezza del governo e la fragilità dell’economia. O meglio, la «furberia» di lasciare in eredità al futuro governo i tagli pesantissimi, come accaduto in passato.
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