Tabloid-gate, spiati anche i computer

by Sergio Segio | 2 Agosto 2011 6:20

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LONDRA – Non solo intercettazioni telefoniche illegali e corruzione di agenti di polizia. L’inchiesta della polizia londinese sulle attività  illecite compiute dai dipendenti di News International, il ramo britannico della News Corp del magnate australiano Rupert Murdoch, si allarga anche a possibili casi di pirateria informatica. Come quello denunciato da Ian Hurst, un ex agente dei servizi segreti dell’esercito britannico che lavorava sotto copertura nell’Irlanda del Nord. Già  a marzo, ai microfoni del programma “Panorama” della Bbc, aveva raccontato di come Jonathan Rees, un investigatore al soldo dell’edizione irlandese di News of the World – lo storico tabloid costretto a chiudere i battenti tre settimane fa, dopo essere stato travolto dallo scandalo intercettazioni – si fosse inserito illecitamente nel suo computer.
L’episodio risalirebbe al luglio del 2006, quando Hurst si sarebbe visto recapitare una email contenente un “Trojan”, un programma in grado di copiare tutta la sua posta elettronica, compresi i suoi scambi di messaggi con informatori dell’Ira. Lo scopo: rintracciare il nascondiglio di Alfredo “Freddie” Scappaticci, ritenuto per anni la più famosa e misteriosa spia britannica nelle file dell’Ira, nome in codice “Stakeknife”, e per questo motivo obiettivo dei paramilitari unionisti. La polizia metropolitana londinese raccolse le prove dell’intrusione un anno dopo – un fax di sette pagine inviato da Rees agli uffici dublinesi del News of the World contenente stralci di email di Hurst – ma non fece nulla. «Sono rimasto sconvolto nell’apprendere di essere stato nel mirino di News of the World e sono ancor più scioccato dallo scoprire che la polizia londinese ne fosse a conoscenza quattro anni fa e non abbia fatto nulla», ha commentato Hurst definendo Scotland Yard «istituzionalmente corrotta».
È sulla scia di queste accuse che, solo a marzo, la polizia londinese avrebbe iniziato a indagare sull’uso di virus per rubare informazioni dai computer di giornalisti, agenti e personaggi pubblici. Hurst infatti non sarebbe stato la sola vittima di atti di pirateria informatica eseguiti da detective ingaggiati dalle testate di Murdoch: da gennaio la polizia ha ricevuto così numerose denunce di presunte intrusioni abusive nei computer di privati o aziende da aver aperto una nuova inchiesta su News Corp, battezzata Operazione Tuleta. Parallelamente a questa proseguono le indagini sulle intercettazioni illegali, note come Operazione Weeting, e quelle sulla corruzione di poliziotti, chiamate Operazione Elveden. È in questi due ambiti che la polizia sta setacciando un laptop e un iPad ritrovati il 18 luglio in un cestino nei pressi dell’abitazione dell’ex ad di News International Rebekah Brooks, appena 24 ore dopo il suo arresto. Lei sostiene che è stato un suo amico ad averli accidentalmente persi e che probabilmente uno spazzino deve averli gettati dopo averli trovati. Una versione che però non convince gli agenti.

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