Venezuela e Cuba stati-canaglia per gli Usa

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Caracas ribatte rigettando le accuse, riprendendo i contenuti del discorso tenuto all’Onu dal rappresentante venezuelano Jorge Valero: «La Repubblica bolivariana del Venezuela – dice la nota della Cancelleria – ricorda che non esiste una definizione giuridica di “terrorismo” accettata a livello internazionale, così il Dipartimento di stato Usa tende a classificare come terroristi o complici dei terroristi governi e organizzazioni politiche che non si piegano alle sue mire imperiali». Allo stesso tempo, compie azioni che «sacrificano sia i diritti civili e politici, che quelli economici, sociali e culturali dei popoli».
Una doppia morale che consente agli Usa di «offrire riparo a terroristi come Luis Posada Carriles», finanziare pratiche illegali, continuare a includere Cuba nella lista degli «stati canaglia» insieme a Iran, Sudan e Siria, e accusare anche la Bolivia di non essere abbastanza collaborativa.
Dopo aver ribadito il suo «impegno assoluto per la pace nel mondo e l’autodeterminazione dei popoli», il governo bolivariano ricorda di aver estradato in Colombia diversi presunti guerriglieri colombiani: decisioni che hanno ricevuto il plauso del governo di Bogotà  e le proteste dei movimenti per i diritti civili. Un «risultato» del riavvicinamento fra Venezuela e Colombia, giunti ai ferri corti proprio per la mediazione politica proposta dal presidente venezuelano Hugo Chà¡vez nel conflitto fra il governo colombiano e la guerriglia. Il 9 aprile scorso, Venezuela e Colombia hanno invece sottoscritto un accordo bilaterale per la «lotta al narcotraffico» che implica collaborazione.
Dure reazioni anche dall’Avana, che ha ricordato i 3.478 cubani morti per gli attentati terroristici organizzati e finanziati a partire dal territorio nordamericano, spesso – ha detto il governo cubano – «con la complicità  degli Usa».


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