Berlino, nuova sconfitta per la Merkel

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BERLINO – Angela Merkel non ce la fa nemmeno a Berlino, perde contro le sinistre. Ma la Stalingrado incassata dal suo scomodo partner di coalizione, i liberali (Fdp) divenuti ormai euroscettici fino a contestare i tentativi della cancelliera di salvare l’euro, è quasi consolazione nella sconfitta. E lui, Klaus Wowereit, il politico gay dichiarato più famoso del mondo, perde un po’ di consensi ma resta saldo al potere, discussa ma carismatica figura-simbolo della città  risorta. Ecco i risultati delle elezioni insieme comunali e per uno Stato, tenutesi ieri nella capitale della Germania unita. Infine ma non ultimo, più di quanto il popolare Wowereit cali, crescono le due anime nuove della sinistra di qui, i Verdi e soprattutto i ‘Pirati’, la grande realtà  nuova del momento, gruppo giovanile della libertà  internettiana che chiede libertà  totale sulla rete, trasporti pubblici gratis, droghe leggere legali, mentre cala la Linke, sinistra radicale, l’anima vetero del progressismo tedesco.
Il voto qui a Berlino, risorta 22 anni dopo la caduta del Muro come metropoli multiculturale e cosmopolita, piccola Londra della Mitteleuropa, è duplice: si vota per il governo della città , con un municipio centrale e 12 municipi-circoscrizione, e per la città  quale uno dei 16 Stati della Repubblica federale. Ecco i risultati provvisori, fotografati dagli exit poll e comparati al precedente scrutinio di qui, nel 2006. La Spd del borgomastro-governatore Klaus Wowereit scende dal 30,8 al 28,6 per cento ma resta primo partito. La Cdu (cioè il partito della cancelliera) sale dal 21,3 al 23,5. Ma resta sola nel centrodestra, perché i liberali che da qualche giorno gridano «non più un cent alla Grecia e all’Europa mediterranea» crollano dal 7,6 a un miserrimo 2 per cento, anni luce sotto la soglia di sbarramento del 5. Volano dal nulla a quasi il 9 per cento i giovani del partito dei Pirati, e i Verdi salgono dal 13,1 al 17,9: un bel successo, ma molto meno del sogno di sorpassare la Spd. Bassa la partecipazione al voto, appena 59 per cento. Ultradestra ignorata dagli elettori.
Sul piano nazionale, per il centrodestra sempre più fragile guidato da Angela Merkel il voto della capitale è una lezione doppiamente amara. Da un lato, è la settima disfatta del partito della cancelliera nel “super-anno elettorale” di metà  mandato. L’incertezza nella leadership europea non paga. Dall’altro, esce sconfessato dal voto il tentativo di svolta a destra verso il populismo anti-salvezza dell’euro scelto dai leader nazionali della Fdp (liberali, appunto).
Pur nel calo dei consensi, il 57enne Klaus Wowereit resta al potere. Gay dichiarato, sempre a fianco del suo compagno, il neurochirurgo Joern Kubicki, ‘Wowi’, come lo chiamano i suoi seguaci, incarna la rinascita della capitale. «Povera ma sexy», così Wowereit esalta la sua Berlino. Stile di governo elogiato pur con riserve persino da The Economist: disoccupazione e dipendenza dal welfare restano alti, ma la creazione di nuovi posti di lavoro è più veloce della media nazionale, Berlino è magnete per i giovani di talento di tutta Europa e città -primato per gli start up, le fondazioni di nuove piccole imprese. Rolls Royce vi costruisce i motori avio più moderni, i canadesi metrò per tutto il mondo, le tre università  hanno un rating quasi britannico, investimenti ecologici e internettiani come lo Institute for internet and society di Google sono o saranno qui. Quasi una Londra in piccolo, senza carovita da metropoli, ma aperta e multiculturale. Non a caso, il partito di protesta vincente qui non è una neodestra, bensì i Pirati, giovanili e internettiani.


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