Biotestamento, ultimo atto. Il Pdl accorcia i tempi

by Sergio Segio | 14 Settembre 2011 7:56

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Un atto puramente formale, a cui non ha voluto rinunciare il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, ma a cui ha fatto seguito al momento solo un rinvio. La decisione sulle modalità  e sui tempi di discussione, infatti, sono state rinviate all’ufficio di presidenza della prossima settimana.
Eppure il Pdl, sentendo che il tempo stringe, spera di velocizzare il più possibile questo terzo passaggio e di trasformare rapidamente il testo in legge, visto che, ha spiegato ieri il relatore Raffaele Calabrò, «dalla Camera non sono giunte modifiche sostanziali». In realtà  il ddl, così come è stato licenziato da Montecitorio il 12 luglio scorso, è decisamente peggiorato rispetto al testo fuoriuscito dal Senato il 26 marzo 2009. Basti pensare che la platea dei costretti all’alimentazione e all’idratazione artificiale è stata addirittura ampliata: non più solo pazienti in stato vegetativo permanente ma tutti coloro che sono «in fase terminale». Mentre le Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento), nell’ultima versione, assumono rilievo solo nel caso sia stato minuziosamente accertata la morte cerebrale «cortico-sottocorticale».
Va ricordato che in prima lettura il dibattito era incentrato se non altro sul merito della questione. Alla Camera, invece, le logiche di partito e politiciste hanno fagocitato il confronto. Ora i senatori Idv e Radicali annunciano «un’opposizione senza sconti» e in commissione hanno chiesto di procedere con una serie di audizioni. «È una legge che creerà  moltissimi problemi agli italiani – spiega la Radicale Donatella Poretti – perciò utilizzeremo tutti gli strumenti concessi dal regolamento per emendare e migliorare un testo contro la Costituzione e contro la libertà  della persona, e lavoreremo affinché il Senato possa esaminare senza fretta e con cognizione di causa un ddl che ci arriva peggiorato dalla Camera. Speriamo che le opposizioni condividano questa nostra impostazione». Poretti confida in particolare nel Pd che, rispetto a due anni fa, ha perso i teodem più ortodossi passati al Terzo polo (Baio Dossi), al Pdl (Dorina Bianchi) o al gruppo Misto (Gustavino). Se anche solo un emendamento venisse approvato la legge ricomincerebbe l’iter daccapo. L’aria è cambiata, forse anche per le «coscienze» del Pdl.

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