Concordato fiscale e manette a chi evade

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ROMA — La manovra di Ferragosto non è stata ancora formalmente toccata né dagli emendamenti del relatore di maggioranza né da quelli del governo, che ancora non sono stati presentati. Ma dopo i ripetuti annunci e ripensamenti (clamoroso quello sul divieto del riscatto del corso di laurea per andare prima in pensione) un paio di punti sembrano resistere. Il primo: la volontà  del presidente del Consiglio di togliere il «contributo di solidarietà » sui redditi superiori a 90 mila euro. Questo aprirebbe però un buco nelle entrate di circa 3,7 miliardi nel triennio. Il secondo: l’insistenza della Lega affinché si riducano i tagli ai trasferimenti agli enti locali, pari nel 2012 a 6 miliardi di euro. Dove trovare le risorse per compensare queste modifiche e tenere fermi i saldi della manovra e l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013?
Fallita la stretta sui riscatti previdenziali, adesso nella maggioranza si aggrappano alla lotta all’evasione, in tutte le varianti possibili e immaginabili. Ecco allora che dopo l’annuncio di misure contro le società  di comodo alle quali i ricchi intestano case e beni di lusso per non pagare tasse, gira anche l’ipotesi di rafforzare i poteri dei comuni, con l’obbligo della pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi dei residenti. E ieri sera ha cominciato a circolare l’idea delle manette ai grandi evasori e di un nuovo condono fiscale sotto forma di riedizione del concordato, facendo leva sul potere di deterrenza del redditometro: il Fisco incrociando i redditi dichiarati con i beni posseduti (case, auto, barche, eccetera) potrebbe procedere ad accertamenti di massa scovando coloro che denunciano guadagni troppo bassi rispetto al loro tenore di vita. Prima che ciò avvenga con tutte le pesanti conseguenze del caso — visto che nella manovra dovrebbe entrare un forte inasprimento delle sanzioni e delle pene, carcere compreso — all’evasore potrebbe convenire aderire al concordato e sanare la sua posizione mettendosi d’accordo col Fisco sulla somma da pagare.
Il problema, però, è che di regola, le entrate da evasione, in quanto incerte e difficilmente stimabili, non vengono messe a copertura di spese certe. In questo caso, però, spiegano fonti di governo, le misure prese sarebbero così stringenti che in via prudenziale si potrebbero senz’altro scrivere 700 milioni di euro di maggiori entrate per il primo anno, 1,6 miliardi per il secondo e così via. Insomma: esattamente quello che serve per far saltare il contributo di solidarietà . E per alleviare il taglio dei trasferimenti ai Comuni? Qui l’operazione potrebbe essere diversa: formalmente restano i 6 miliardi di tagli, che poi diventano 5 se si utilizza, come ora vuole fare il governo, il miliardo di maggiori entrate previsto con la Robin Hood tax sulle imprese energetiche. Ma anche se i tagli appunto non vengono toccati, si stabilisce che tutto ciò che i comuni incassano dalla lotta all’evasione lo tengono per sé, senza doverne più girare la metà  allo Stato come avviene ora. E chiaramente più riescono a prendere dagli evasori più compenseranno la riduzione dei trasferimenti. Altre entrate, secondo Palazzo Chigi, potrebbero poi arrivare se l’Italia seguisse l’esempio di Germania e Regno Unito di un accordo con la Svizzera su una più efficace tassazione dei capitali detenuti sui conti cifrati. Ma il Tesoro continua a pensare che l’intesa debba essere trovata a livello europeo e non di singoli Stati.
Queste le ipotesi che circolavano ieri sera, ovviamente tutte da verificare visto che negli ultimi giorni il governo ha continuamente cambiato idea. Per il resto, fonti del Tesoro affermano che l’Iva non verrà  aumentata. La previdenza, tramontata la stretta sui riscatti, dovrebbe finire nella delega assistenziale. Quindi eventuali strette sono rinviate. Una conferma indiretta si legge nelle parole del ministro degli Esteri, Franco Frattini: «Non togliamo dall’agenda una riforma complessiva del sistema». Più esplicito il capogruppo Pdl, Maurizio Gasparri: sulle pensioni «molto, forse, si farà  nei mesi futuri».


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