Contromanovre per l’autunno caldo
LAMEZIA TERME. Ai 40 gradi all’ombra di Lamezia, Sbilanciamoci elabora le sue proposte per affrontare l’autunno caldo. Dal forum in corso nell’antico Palazzo Nicotera, in pieno centro cittadino, uscirà fuori un documento con alcune richieste politiche ben precise: una tassa patrimoniale, la riduzione delle spese militari, misure per eliminare il precariato, piccole opere in alternativa alle «grandi», reddito di cittadinanza.
Richieste che accompagneranno le mobilitazioni già in cantiere, dallo sciopero generale di martedì prossimo alla giornata europea dell’indignazione sociale del 15 ottobre, fino alle mobilitazioni previste di studenti, precari, mondo della cultura e insoddisfatti vari del governo Berlusconi e delle sue manovre. Per questo il consueto appuntamento annuale del cartello di associazioni e movimenti meglio noto per le sue puntuali contromanovre quest’anno assume una valenza che va ben oltre il simbolismo del luogo scelto: la quarta città della Calabria, con le sue contraddizioni percepibili a vista d’occhio e la possibilità di un diverso modello di sviluppo, alimentato dalle cooperative che coltivano i territori confiscati ai clan e da quelle che provano a fare regolari contratti di lavoro ai migranti che raccolgono i mandarini nella piana di Rosarno, dalle reti ambientaliste che l’8 ottobre scenderanno in piazza a Crotone contro l’emergenza rifiuti e da una giunta di centrosinistra che prova a resistere in una città giovane (quest’anno festeggia 40 anni di vita) e che si è vista già due volte sciogliere l’amministrazione per infiltrazioni mafiose.
Sbilanciamoci si propone, sul modello dei social forum della prima metà degli anni zero, come un laboratorio permanente dell’alternativa, portando a discutere dei temi del lavoro e dell’economia ecologisti e pacifisti, studenti e altermondialisti. «Quello che si avvicina sarà un autunno di forte tensione sociale, caratterizzato dalla denuncia e dalla resistenza. Ci proponiamo di fornire una chiave di lettura per una fase che sarà molto complicata. Poi, dovesse cambiare il governo e avviarsi una fase politica diversa, sulla base delle nostre proposte potremmo cercare un’interlocuzione politica», spiega Giulio Marcon, promotore della contro-Cernobbio dalla sua prima edizione, nel 2003 a Bagnoli, il quartiere napoletano della dismissione delle acciaierie, «dove già affrontammo il tema della crisi del modello industrialista». Le linee guida attorno alle quali ruota il documento sono la redistribuzione della ricchezza, la riduzione della spesa pubblica militare (un vecchio cavallo di battaglia di Sbilanciamoci) e il rilancio dell’economia in maniera alternativa, ad esempio puntando su alcune «piccole opere».
Come sempre accade quando si incontrano reti e movimenti di diversa provenienza, le proposte si moltiplicano e procedono per rivoli autonomi e a volte paralleli. La Cgil ha proposto un’iniziativa comune per la fine di settembre, con l’obiettivo di costruire una piattaforma sui temi del lavoro, della scuola e dei diritti. «Vorremmo provare a costruire un blocco di movimenti, associazioni, sindacato, studenti e mondo della cultura che elabori un’agenda comune e un calendario di iniziative», dice ancora Marcon. Proprio dalle reti studentesche è arrivata la maggiore partecipazione a questa tre giorni calabrese, mentre procede spedita anche l’idea di una «Assise del lavoro», da tenere il primo ottobre proprio a Lamezia (idea partita da un articolo di Piero Bevilacqua sul manifesto). Alla «gioventù sprecata» è stata dedicata questa edizione del forum, e questa mattina verrà discusso il «piano giovani contro la crisi». Ecco alcune proposte in estrema sintesi: poter cumulare parte dei contributi maturati con l’assegno sociale ai fini di poter ottenere una pensione di base uguale per tutti; investire due miliardi l’anno nella conoscenza; aumentare le borse di studio; stipulare accordi con agenzie immobiliari private e pubbliche per introdurre il patto di futura vendita, in modo da poter riscattare gli affitti pagati e convertirli in mutuo per garantire il diritto alla casa; elaborare un piano per la messa in sicurezza del 50% delle scuole, prendendo i soldi dallo stanziamento per il Ponte; far coincidere il termine dell’obbligo scolastico con il conseguimento del titolo di studio. La finalità è quella di abbattere o quanto meno di disincentivare la precarietà e di garantire una pensione a chi, alle condizioni attuali, non l’avrà mai.
Infine, Sbilanciamoci sta analizzando per conto della Fiom lombarda i bilanci delle imprese in crisi nella regione. Obiettivo: aiutare il sindacato a capire se le ristrutturazioni (e i relativi licenziamenti) sono sempre necessari e improcrastinabili come i padroni raccontano. Ebbene, i risultati sono sorprendenti, e parlano di aziende che tagliano da una parte e fanno speculazioni immobiliari dall’altra. Un’attenzione particolare è stata riservata anche alle imprese di Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria. Ma per i risultati bisogna ancora attendere. «Ora ci stanno contattando anche le segreterie Fiom da altre regioni», dicono a Sbilanciamoci, il cui screening potrebbe tratteggiare lo stato reale dell’industria italiana. Visto da Lamezia, lo sciopero generale di martedì appare solo un punto di partenza.
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