E il Forum processa la Germania «egoista»

by Sergio Segio | 4 Settembre 2011 7:05

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CERNOBBIO (Como) — Nella giornata dedicata al futuro dell’euro e dell’Unione Europea, al Forum Ambrosetti Mario Monti accende i riflettori sul ruolo guida di Berlino. Senza fare sconti. «La leadership della Germania in Europa è necessaria — ragiona il presidente della Bocconi —. Il modello tedesco ha funzionato e la formula dell’economia sociale di mercato è altamente competitiva. Però la Germania comincia a guardare al breve termine, per effetto forse degli elettori tedeschi arrabbiati».
Un rischio da non correre, i cui effetti ricadrebbero sull’Europa nel suo complesso. Per questo Monti spera che «la Germania resti fedele a un approccio di lungo termine e che sappia spiegare alla società  tedesca i vantaggi dell’euro, perché non deve essere indennizzata come se avesse perso qualcosa». Del resto il modo di raccontare la crisi greca da parte della stampa popolare tedesca — «che ha calcato i toni», evidenzia Monti — sta a dimostrare il pericolo insito «nell’uso del concetto di un’Europa divisa». Uno degli effetti è stato «il riapparire della svastica nelle manifestazioni in Germania». Perché se «è vero che la Grecia ha sbagliato», sottolinea Monti, è anche vero che «la Commissione europea aveva proposto di dotare Eurostat di poteri di ispezione ma Francia e Germania si opposero. E oggi il salvataggio di Atene riguarda anche il salvataggio dei sistemi bancari tedeschi e francesi». L’ex commissario Ue è fermo nel dire «no a una divisione etica e antropologica fra il Nord e il Sud dell’Europa». La leadership tedesca, dunque, va bene «purché ci conduca in una buona direzione».
«La linea della Germania suscita un crescente scetticismo in Europa» osserva l’economista Nouriel Roubini. Del resto «la Merkel non ha chiarezza sulla linea europea come invece avevano altri suoi predecessori». Il problema, per l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti sta nella politica di oggi «basata sul concetto della scadenza elettorale, mentre servono politiche di lungo periodo. Le urne, invece, hanno pesato sulle decisioni del governo tedesco». Per il direttore generale di UniCredit, Roberto Nicastro, «nel giudicare la politica tedesca non bisogna dimenticare che la Germania viene da anni di sacrifici e di riforme, anni di cui sicuramente è orgogliosa e che costituiscono un esempio di coerenza per tutti i Paesi europei. Poi certo però ci vuole anche la visione di lungo termine, i risultati vanno sempre migliorati». È convinto che «al momento opportuno le preferenze della business community tedesca andranno nella direzione auspicata da Monti» il membro del board di Allianz Enrico Cucchiani. Per il presidente italiano del gruppo assicurativo «la Germania potrebbe usare la leva della sua grandezza economica per estendere la sua influenza in Europa ma non lo fa perché rispetta la “fede” del consenso. Adesso sta a noi fare la nostra parte». L’argomento della mancanza tedesca di una visione di lungo termine non convince però il presidente della Repubblica Ceca Và¡clav Klaus: «Criticherei la Germania per moltissime ragioni ma non sono affatto sicuro che questo sia il problema».

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