Effetto Usa, Borse a picco bruciati altri 186 miliardi

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MILANO — Sembra di essere tornati ai peggiori giorni di agosto. Ieri la paura di una recessione globale, aggravata dalla crisi dei debiti sovrani, ha seminato il panico sui mercati europei, che hanno bruciato 186 miliardi di capitalizzazione complessiva. E Piazza Affari, in calo del 3,89%, è stata ancora una volta la maglia nera del Continente. Anche nelle altre capitali il bollettino è da guerra: Atene -4,61%, Londra -2,34%, Parigi -3,59%, Francoforte -3,36, Madrid -3,4%, Zurigo -3,16%. Solo Lisbona ha chiuso in positivo (+0,52%) dopo il via libera formale del Consiglio Ue al pagamento delle prossime tranche degli aiuti a Portogallo e Irlanda. A Wall Street, negativa per l’intera seduta, non è andata meglio, con Dow Jones in flessione del 2,20% e il Nasdaq del 2,58%.
L’incertezza intorno al salvataggio della Grecia, con il piano di Europa e Fondo monetario in stallo, ha riacceso i timori sulla crisi dei debiti sovrani e su un possibile contagio ad altri Paesi dell’eurozona. Atene è tornata nell’occhio del ciclone: il rendimento dei titoli del Tesoro greco a due anni è schizzato al 45,92%, mentre quello dei titoli a 5 anni al 228,56%.
Anche il dato sulla disoccupazione americana, ferma al 9,1% perché ad agosto non è stato creato nessun posto di lavoro, ha contribuito a gelare i listini sulle due sponde dell’Atlantico. L’economia Usa è ferma e non riesce a creare lavoro per far ripartire i consumi e il mercato immobiliare. Non è un tema nuovo: la spinta all’economia e all’occupazione sarà  al centro del discorso del presidente Barack Obama lunedì. Però il dato di agosto ha sorpreso tutti e la reazione sui mercati è stata immediata, con la fuga dagli asset di rischio verso i beni considerati rifugio. Il rendimento dei titoli del Tesoro americano è sceso di colpo dal 2,13 al 2,05%, mentre il Bund a 10 anni è scivolato per la prima volta nella storia tedesca sotto il 2%, ampliando il differenziale con i Btp a 10 anni volato a 331 punti (ma anche i continui ripensamenti del governo italiano sui contenuti della manovra hanno contribuito a penalizzare i nostri titoli di Stato). Il Markit iTraxx SovX Index, l’indice dei Credit default swaps (Cds) di 15 Paesi europei, cioè le «polizze» che ne assicurano il debito sovrano in caso di fallimento, alle 14.40 in punto è aumentato di 11 punti base, superando il record di sempre di 308 punti. L’Italia, sotto il macigno del suo enorme debito pubblico, soffre di più: lo spread del Cds italiano a 5 anni è aumentato di 0,17 punti percentuali rispetto a giovedì, sopra la quota record di 3,85 punti percentuali del 5 agosto.
Puntuale l’oro, bene rifugio per eccellenza, è tornato a correre, salendo fino a 1.974,89 dollari l’oncia, e il franco svizzero è tornato a rafforzarsi sia contro il dollaro che contro l’euro. E la nuova caduta del petrolio, con il Brent in consegna a ottobre in calo a 112,72 dollari e il Wti negoziato sul Nymex sceso a 87,05 dollari, non ha fatto altro che rafforzare i segnali di nuova recessione.


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