Erdogan: “Israele calpesta le leggi ma ora il mondo è cambiato e la Turchia ha scelto di reagire”

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Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro turco, viene descritto da alcuni commentatori come un “Nasser” contemporaneo: pesa la sfida di Ankara a Israele dopo il congelamento dei rapporti diplomatici; si prospetta la possibilità  di un confronto a causa dell’esplorazione di gas nel Mediterraneo. Allo stesso tempo, però, la Turchia accoglie i sistemi radar della Nato. Si direbbe un messaggio all’Europa e all’America: la Turchia non rompe con l’Occidente, soltanto con Israele.
Signor primo ministro, la Turchia ha sorpreso molti. Lei, cosa risponde?
«Da quando Israele ha attaccato la nave di aiuti umanitari diretta a Gaza (la Mavi Marmara, il 31 maggio 2010, ndr) abbiamo espresso la nostra posizione in modo chiaro, specificando le nostre richieste: in primis, le scuse al popolo turco e al governo; secondo, il risarcimento alle famiglie delle vittime; terzo, porre fine all’assedio inumano e illegale di Gaza. Alcuni hanno sottovalutato le nostre parole. Ma la sorpresa di cui lei parla ha due spiegazioni: innanzitutto Israele è abituata a non rendere conto dei suoi comportamenti e si considera al di sopra della legge. E poi, col tempo si è trasformata in un bambino viziato, rovinato da chi le sta intorno. Non solo pratica il terrorismo di Stato contro i palestinesi, ma si comporta con arroganza, e si meraviglia se qualcuno la richiama al rispetto degli altri e delle leggi».
La possibilità  di un confronto armato è priva di fondamento?
«Israele non ammette i propri errori né i cambiamenti del mondo circostante. Non capisce che in Turchia c’è un sistema democratico, impegnato a rappresentare il popolo e a difendere la dignità . Non coglie la realtà  dei cambiamenti nel mondo arabo, con la caduta di alcuni regimi repressivi e la presa di coscienza di popoli, che hanno levato la voce in difesa della libertà  e della dignità ».
Una commissione internazionale d’inchiesta dell’Onu ha sancito l’innocenza di Israele nell’aggressione alla Mavi Marmara, criticando solo l’uso eccessivo della forza.
«Questo rapporto non ha valore ed è una vergogna per chi lo ha redatto; ha legittimato l’assedio di Gaza, aprendo la porta alla legittimità  dell’occupazione. È contraddittorio nelle informazioni, e in contrasto con lo statuto delle Nazioni Unite. Perciò noi ricorreremo alla giustizia internazionale».
Il suo governo ha annunciato che muoverà  navi da guerra per proteggere le navi turche nelle acque territoriali del Mediterraneo orientale. Questo porta a un probabile contatto con la marina israeliana?
«È una probabilità  remota. Lasci che le spieghi. Israele ha attaccato la nave in acque internazionali, ignorando le regole e le leggi vigenti. Era necessario per noi e per la comunità  internazionale ricondurla alla ragione. Scortare le navi turche in acque internazionali, proteggerle da aggressioni, è un nostro diritto legittimo».
Resta la preoccupazione per i passi futuri previsti dalla Turchia in questo scenario di crisi. Cosa bisogna aspettarsi?
«Ogni piano è legato alla risposta israeliana, a quanto sia disponibile ad accettare una soluzione equa e giusta che riconosca i diritti e la dignità  della Turchia. Posso soltanto dire che siamo tenuti a quattro cose: preservare la dignità  e i diritti del popolo turco, che ci ha dato fiducia, ed è nostro compito non lasciare che sia corso invano il suo sangue. Far cessare l’arroganza di Israele abituata a calpestare ogni norma, legge e patto internazionale. Insistere perché siano accolte le richieste turche: busseremo alle porte degli organismi politici e diplomatici. Infine rimanere saldi nel porre fine all’assedio di Gaza perché è in contrasto con il diritto internazionale».
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha affermato che Israele desidera ripristinare e migliorare i rapporti con la Turchia. Molti mediatori sono già  all’opera. Riusciranno?
«È vero, ma dopo che Israele avrà  chiesto scusa e accettato le nostre condizioni. Lo abbiamo detto a tutti i mediatori, cui esprimiamo stima e rispetto. Ripeto: i leader di Israele hanno sbagliato nell’interpretare la realtà  circostante, hanno perso i loro sostenitori, anche negli Usa. Quando Gates, l’ex ministro della Difesa americano e uomo dei servizi segreti afferma che Netanyahu è un pericolo per Israele, e sta spingendo il Paese verso l’isolamento internazionale, è un segnale profondo. Molti hanno taciuto. La Turchia ha scelto di reagire».
(©Al Shorouk Traduzione di Fawzi Al Delmi)


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