Finanzieri al Tg1. Minzolini: i pm esagerano

by Sergio Segio | 30 Settembre 2011 6:53

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ROMA – È bufera dopo la visita della Guardia di Finanza al Tg1 di Augusto Minzolini per acquisire documenti relativi alla causa-Ferrario. Il centrodestra insorge e, nel Tg delle 20, lo stesso Minzolini attacca il «protagonismo dei magistrati», in un duro editoriale accomuna le sue sventure giudiziarie a quelle del «premier infangato». Il presidente Rai Paolo Garimberti giudica «inopportuno l’uso privato della televisione pubblica, ancora di più quando si tratta di fatti giudiziari». Il centrosinistra attacca per «l’uso improprio della testata», l’uso «privato della tv». Ma il segretario del Pdl, Angelino Alfano, telefona al direttore del Tg1 per esprimergli «stima e vicinanza». La Finanza al Tg1 inquieta anche l’Udc Pier Ferdinando Casini: «In uno stato liberale l’autonomia dei direttori è sacrosanta almeno quanto il nostro diritto di criticarli, poiché la scelta di chi conduce un Tg non può spettare a un giudice».
Tutto nasce dal fatto che Minzolini è indagato dalla procura di Roma per abuso d’ufficio e per mancato adempimento di una ordinanza del giudice del lavoro (non ha reintegrato Tiziana Ferrario nei ruoli di inviato e conduttrice) e ieri i militari hanno acquisito i documenti richiesti dal procuratore aggiunto Alberto Caperna. Ma Minzolini non ci sta, e nel suo editoriale denuncia «l’amplificazione mediatica» del caso («se me lo avessero chiesto avrei fornito quel carteggio se me l’avessero chiesto»), strapazza i magistrati che a suo dire «infangano il premier di questo Paese», dice che «Woodcock ha un debole per i titoli dei giornali». Infine cita Amleto: «C’è del marcio in Danimarca».
La Ferrario tiene il punto sulla sua vicenda giudiziaria: «Anche i direttori devono rispettare la legge, che tutela la professionalità  e la libertà  del giornalista». E l’avvocato che l’assiste, Domenico D’Amati, ricorda che «la discriminazione sul piano politico è stata accertata dal giudice del lavoro». In sede penale, è stato denunciato anche l’ex dg Rai Mauro Masi.
Il cdr del Tg1 attacca Minzolini: «Il direttore ha trasformato il nostro giornale in una tribuna per parlare di una causa di lavoro e di un’inchiesta penale che lo riguardano. Il suo editoriale ha davvero passato il segno». Il dg Rai Lorenza Lei per ora non si pronuncia. Ma certo vede che il Tg1 (oltre che in crisi di ascolti) è una fabbrica di cause del lavoro, coi giudici che indicano spesso il “movente” politico. La gestione Minzolini hanno prodotto vari demansionamenti. Così, a Bruno Mobrici la Rai dovrà  corrispondere una liquidazione. Il caporedattore centrale Massimo De Strobel aspetta il giudizio del Tribunale del Lavoro. Dopo Maria Luisa Busi, la prima ad aver chiesto di togliere la sua faccia dal Tg1 “berlusconizzato”, anche Elisa Anzaldo ha abbandonato la conduzione. Potrebbero chiedere giustizia anche l’inviato speciale Paolo Di Giannantonio e Raffaeleh Genah, in pratica rimosso dal ruolo di vicedirettore.

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