Francia. Scoppio in sito nucleare Non c’e’ fuga radioattiva

by Sergio Segio | 12 Settembre 2011 15:11

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Marcoule si trova a 242 km in linea d’aria da Ventimiglia, 257 da Torino, 342 da Genova. La centrale di Marcoule possiede 3 reattori UNGG (una versione francese del Magnox inglese) da 79 MW totali. E’ stata la prima centrale nucleare francese, nello stesso sito esiste anche un altro reattore (il N°1) costruito dal 1955 al 1956 da soli 2 MW e non utilizzato per la produzione elettrica. La centrale fa parte del più ampio sito nucleare Marcoule, un’istallazione industriale gestita da AREVA e dal CEA. A Marcoule furono costruiti i reattori nucleari a uso militare per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese.

L’incidente “non riguarda sicuramente la centrale nucleare”, ha detto l’esperto Emilio Santoro, dell’Enea. “L’esplosione – ha aggiunto – è avvenuta in un impianto per il ritrattamento del combustibile”. Non è chiaro, al momento, se si tratti di un forno per estrarre l’umidità  dal combustibile oppure di un impianto nel quale vengono fusi o vetrificati i metalli a bassa attività . “La causa dell’incidente al momento non è nota”, ha osservato Santoro. “Probabilmente si è trattato di un effetto prodotto da una cattiva gestione o dall’anomalia all’interno di un forno”.

ESPLOSIONE NON IN CENTRALE – L’esplosione avvenuta oggi nel grande sito nucleare francese di Marcoule non riguarda una centrale nucleare, ma un impianto per il trattamento del combustibile nucleare. E’ quanto rilevano esperti dell’Associazione Italiana Nucleare, osservando che il sito di Marcoule comprende sia centrali sia impianti per il trattamento del combustibile. Considerando che l’esplosione è avvenuta in un forno e che impianti di questo tipo non si trovano nelle centrali, l’incidente, secondo gli esperti, è avvenuto in una struttura diversa da una centrale. I forni possono infatti essere utilizzati o negli impianti addetti alla preparazione del combustibile nucleare, oppure in quelli del il trattamento del combustibile utilizzato.

GOVERNO CONFERMA, NON C’E’ STATA FUGA RADIOATTIVA – “Non c’è stata fuga radioattiva”: lo ha confermato il governo di Parigi. Sul sito nucleare non è stata fatta nessuna evacuazione né isolamento di lavoratori della centrale dove è avvenuto l’incidente, annuncia il ministero dell’Interno.

A MARCOULE NESSUN REATTORE ATTIVO – Non c’è nessun reattore nucleare attivo, nel grande sito nucleare di Marcoule. Esperti dell’Enea e dell’Associazione Italiana Nucleare sostengono che quello avvenuto oggi non può essere considerato un incidente nucleare, ma “un incidente di tipo convenzionale”. Le tre centrali costruite a Marcoule fra il 1955 e il 1960 sono dismesse da tempo. L’ultima è stata chiusa nel 1984. Dal 1970 il sito di Marcoule è utilizzato soprattutto a scopi di ricerca e per il trattamento sia del combustibile nucleare, sia dei materiali che sono venuti a contatto con ambienti contaminati, dalle tute usa-e-getta utilizzate dai tecnici ai metalli (compresi viti, bulloni e altre attrezzature).

P.CIVILE ITALIA: EVENTUALI FUGHE SAREBBERO MINIME – E’ “sotto controllo” la situazione nel sito di scorie nucleari di Marcoule, in Francia, e al momento “non si registrano fughe radioattive”. Lo ha detto al telefono il capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, all’assessore all’Ambiente della Regione Liguria, Renata Briano, precisando che “nella malaugurata circostanza che si possano verificare fughe radioattive, sarebbero comunque ridotte perché non fuoriuscite dal reattore della centrale”. “Attendiamo novità  dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile – aggiunge l’assessore ligure, che sta seguendo l’evolversi della situazione in Francia – dove è già  al lavoro l’unità  di crisi con Ispra-Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale e Vigili del Fuoco”.

PIEMONTE ALLERTATO, MONITORAGGIO COSTANTE – La Protezione Civile in Piemonte é in allerta in seguito all’esplosione avvenuta nel sito nucleare francese di Marcoule. I tecnici dell’Arpa sono al lavoro con un monitoraggio costante, in grado di registrare l’ eventuale più piccola variazione di radioattività . Al momento – rassicurano dalla Protezione Civile della Regione – non si segnala alcuno scostamento dai valori normali, ma in ogni caso non sarebbero possibili prima di 24-48 ore. Infatti i 257 chilometri di distanza da Torino al luogo dello scoppio – sottolineano gli esperti – in linea d’aria non equivalgono affatto ad analoga distanza su strada e, quindi, prima della mezzanotte di oggi non sarebbe comunque probabile già  osservare delle variazioni. La situazione – osservano – è del tutto analoga a quella che si creò con la nube di ceneri del vulcano Grimsvoth, in Islanda. Ogni 10 minuti le sofisticate apparecchiature predisposte emetteranno le loro registrazioni e non è affatto detto che eventuali fughe radioattive si orientino verso il Piemonte o la Liguria e non in altre parti d’Italia o dell’Europa. Due i sistemi di monitoraggio in funzione: uno meteorologico, l’altro sul territorio. Il primo serve proprio per verificare se e come le correnti d’aria orienterebbero le eventuali particelle radioattive. Il secondo è capace di registrarne puntualmente la presenza in atmosfera o sul terreno.

ASN, SCORIE SONO SCARSAMENTE RADIOATTIVE – “Secondo le prime informazioni, si tratta di un’esplosione di una fornace per la fusione di scorie radioattive metalliche di attività  debole e molto debole”: lo scrive in una nota l’ASN, l’autorità  per la sicurezza nucleare francese, confermando che l’incidente non ha causato alcuna fuga raioattivà  o chimica all’esterno dell’impianto. In seguito all’incidente, l’ASN ha attivato il suo centro di urgenza. Secondo un portavoce di EDF, la cui filiale, la Socodei, gestisce il centro in cui è avvenuto l’incidente (Socodei), “é un incidente industriale, non è un incidente nucleare”. “In questo tipo di giorni ci sono due tipi di scorie: scorie metalliche e scorie combustibili come guanti o tute” . “L’incendio scattato dopo l’esplosione è sotto controllo”, aggiunge EDF. Il centro è situato nel comune di Codolet ma dipende dal sito nucleare di Marcoule.

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