Gianni Rinaldini: Scelte Cgil «gravi e sbagliate»

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«Sbagliate. Perché non può coesistere il sostegno di Confindustria, Cisl e Uil ad un decreto che prevede la cancellazione del Contratto nazionale, del diritto del lavoro, la legittimazione dell’accordo Fiat, con un accordo unitario su democrazia e regole sindacali. È incompatibile l’approvazione del Decreto lavoro – anche grazie al sostegno fondamentale di Confindustria, Cisl e Uil – e la richiesta agli stessi soggetti di confermare l’applicazione di quell’ipotesi di accordo.
Un capolavoro di ipocrisia, dove la Confindustria e le altre organizzazioni sindacali portano a casa la legge senza conseguenze sul piano delle relazioni sociali». Era stata invece respinta la proposta – avanzata da «La Cgil che vogliamo» – di «sospendere la riunione del Comitato Direttivo per chiedere a Cisl, Uil e Confindustria, una posizione comune per il ritiro del Decreto dalla manovra finanziaria. Questo avrebbe permesso all’organismo dirigente della Cgil di decidere di conseguenza, senza alcuna forma di ambiguità . Devo constatare di avere male interpretato le affermazioni fatte durante le manifestazioni nel corso dello sciopero generale», dove la frase «”il Decreto o l’accordo sindacale” voleva dire “il Decreto e l’accordo sindacale”».
«Gravi. Perché il Comitato direttivo nazionale, a maggioranza, ha dato mandato alla segreteria di svolgere la verifica con Cisl, Uil e Confindustria sul fatto che si applica l’ipotesi di accordo sindacale del 28 giugno, e su questa base procedere alla firma. Come dire che è stata abolita la democrazia interna, cioè il voto vincolante degli iscritti alla Cgil come previsto dalle norme statutarie della nostra Organizzazione, perché a quel punto la consultazione dopo la firma è una colossale presa in giro, non rispettosa della dignità  dei lavoratori.
Di fatto si vuole in questo modo imporre l’accordo del 28 giugno che non a caso non prevede il voto dei lavoratori e delle lavoratrici sui loro accordi. Non riesco a capacitarmi del fatto che si discute, si delibera, si decide sui contratti e sulla democrazia senza che i diretti interessati possano mai pronunciarsi e decidere liberamente. Una vera e propria deriva che può riguardare la stessa mutazione genetica della Cgil, visto che è stato perfino possibile fare un documento nel mese di agosto con tutte le forze sociali e presentarlo al governo, dove al primo punto è prevista la richiesta di inserire nella Costituzione il pareggio di bilancio, mentre il documento Cgil sulla contro-manovra dice esattamente l’opposto.
Nel Direttivo tutti hanno ritenuto opportuno di non parlarne».


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