Il sollievo della Bce Vertice sul caso Btp

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Perché i ventitré membri vi anticipano i temi più caldi sul tappeto. Come la decisione attesa sul futuro degli acquisti di titoli sovrani, legata al giudizio sulla manovra italiana, per la quale ieri era trapelata una cauta soddisfazione. E non meno importante sarà  anche il dibattito sulla sfiducia fra le banche, tornate a parcheggiare in Bce quasi 170 miliardi pur di non prestarli nel mercato interbancario, in una situazione quasi da pre-Lehman. Saranno decise ulteriori misure straordinarie per le banche, come il fantomatico piano atteso da tempo? La discussione, nuove stime alla mano attese per oggi, sarà  sovrastata dal peggioramento del quadro economico generale, a livello globale ed europeo, e dal calo dell’inflazione. E quindi dall’eventualità  di una svolta in politica monetaria, per mantenere almeno costante il costo del denaro, attualmente all’1,5%.
Un’agenda molto impegnativa, che probabilmente inizierà  con la discussione sulla nuova manovra italiana. E sulle correzioni decise all’ultimo minuto, per convincere i banchieri della volontà  di consolidare i conti, per riconquistare la fiducia dei mercati. Un primo segnale di gradimento da parte di questi ultimi è giunto (a parte la ripresa delle Borse), attraverso la stabilizzazione del differenziale dei titoli decennali italiani rispetto ai bund tedeschi, a quota 334 punti base.
Mentre dalla Bce primi segnali di approvazione fanno sperare in una maggioranza del Consiglio per proseguire gli acquisti dei bond. Un’approvazione ancora cauta, perché i banchieri centrali attendono i fatti. Ma si tratta comunque di un segnale di apprezzamento per la maggiore certezza, data innanzitutto dallo sprone alla tempistica, con l’approvazione urgente della manovra attraverso il voto di fiducia. Inoltre, la possibilità  di quantificare meglio la portata dei nuovi provvedimenti, come l’aumento dell’Iva, la nuova tassa di solidarietà , la flessibilizzazione del lavoro, e l’annuncio della «regola d’oro» (introdotta perfino in Spagna), aumentano le probabilità  che l’Italia rispetti gli obiettivi prefissati di un pareggio entro il 2013. Tutti passi richiesti a più riprese anche dal presidente della Bce Jean-Claude Trichet. Il quale nei giorni scorsi, molto irritato per gli annacquamenti della manovra, era intervenuto più volte, probabilmente in continuo contatto telefonico con Roma, per far «rispettare gli impegni presi» di un pareggio di bilancio entro il 2013. Mentre il governatore di Bankitalia Mario Draghi, aveva avvisato che la decisione di acquistare titoli sovrani «non è affatto scontata». D’altra parte, il governatore sta già  entrando nel ruolo attribuitogli in questi giorni dai «falchi» (rialzisti) di Francoforte. Secondo i quali, da novembre, quando sarà  a capo della Bce, Draghi «non potrà  comportarsi come un italiano». E quanto sia in gioco in questi giorni la reputazione dell’Italia, l’hanno dimostrato i commenti della Cancelliera Angela Merkel. La quale, per la prima volta, lunedì aveva accomunato l’Italia alla Grecia, dicendo che entrambe «sono in una situazione molto fragile».
Mentre si è mostrata più cauta la «minoranza» del Consiglio direttivo, la quale ha votato contro gli acquisti di bond in agosto, ed è composta dal presidente della Bundesbank Jens Weidmann, dal membro tedesco del board in Bce Jà¼rgen Stark e dall’olandese Kaas Knot. Comunque sia, è significativo che Weidmann, in un’intervista al quotidiano Boersen-zeitung, abbia ricordato ieri che «le finanze statali e le strutture economiche devono essere risanate in modo credibile». Appena velata l’allusione anche all’Italia. Mentre di fronte al bivio di competenza dei governi, fra la scelta di proseguire in Europa con politiche fiscali separate, o con un’unione fiscale maggiore supportata da un nuovo Trattato, ha avvertito (anche l’Italia) che «sarà  inevitabile attuare riforme dolorose, ma necessarie, per migliorare la competitività  e il risanamento delle finanze statali nei rispettivi Paesi». Più esplicito invece, Otmar Issing, l’ex-capo economista della Bce ha rinnovato le critiche ai recenti acquisti di titoli sovrani da parte della Bce — un’allusione all’Italia, pur senza nominarla — e si è mostrato indispettito per il fatto che la Bce «si è accontentata di promesse di consolidamento e ha agito di conseguenza», acquistando titoli italiani.


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