Il terrorismo islamico colpisce New Delhi una bomba all’Alta Corte fa dodici morti

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BANGKOK – Ha fatto almeno 11 vittime e 50 feriti la nuova bomba che ha colpito al cuore la capitale dell’India. Chi l’ha messa, alle 10 e 17 di ieri mattina, voleva uccidere gente comune, affollata nell’ora di punta delle udienze agli ingressi esterni dell’Alta Corte di Giustizia di Nuova Delhi. L’ordigno non è stato piazzato infatti dove passano avvocati e giudici, ma al cancello numero 5, quello del grande pubblico. Cittadini comuni e membri di associazioni dei diritti civili in attesa di prendere il passi per andare a perorare un caso vecchio spesso di molti anni, erano i primi nel mucchio di corpi investito direttamente dalla potente deflagrazione, udita in tutto il centro a ridosso della vicina Porta dell’India.
«È stato un attentato terroristico», ha subito confermato il ministro dell’Interno davanti ai deputati del Parlamento, riunito a così poca distanza da poter udire il boato dell’esplosione. Di più ha solo aggiunto che i servizi segreti sapevano di un progetto terroristico, e lo avevano comunicato in luglio alla polizia di Delhi, pur senza conoscere gli eventuali mandanti. Nessun cenno al fatto che appena il 25 maggio scorso un’altra bomba di potenziale ridotto era stata fatta esplodere senza morti e feriti al cancello numero 7 della stessa Corte, rimasta da allora priva perfino di un circuito interno tv. Ci penserà  una email spedita nel pomeriggio a giornali e tv a svelare la pista islamica, sempre associata in prima battuta a ogni impresa terroristica in India. Nel messaggio Harkat-ul Jihad al-Islami, il “Movimento della Guerra santa islamica” attivo dagli anni ’80 in Afghanistan, Pakistan, Kashmir e Bangladesh, minaccia altri attentati e chiede che sia cancellata la sentenza di morte contro Afzal Guru, accusato della strage del 2001 davanti al Parlamento, che per poco non scatenò una guerra con il Pakistan.
Resta il mistero del perché siano stati colpiti come sempre degli innocenti, vista la cura per scegliere il giorno e l’ora dell’attentato. Il mercoledì infatti si formano le code per le udienze dei “litigi pubblici”, in genere contestazioni agli atti ritenuti illegittimi delle amministrazioni statali. È una concidenza forse non voluta, ma significativa che l’attentato arrivi all’indomani del digiuno anticorruzione del gandhiano Anna Hazare, trasformato in un potente movimento antigovernativo.


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