Italia: puliamo il mondo nella settimana della mobilità  sostenibile?

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Puliamo il Mondo è un’iniziativa di cura e di pulizia. Un’azione allo stesso tempo concreta e simbolica per chiedere città  più pulite e vivibili. Dal 1993, Legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia in collaborazione con la Rai ed è presente su tutto il territorio nazionale grazie all’instancabile lavoro di oltre 1.000 gruppi di “volontari dell’ambiente con kit ecologici” (moltissime anche quest’anno le adesioni delle scuole) a caccia di rifiuti. Dopo l’enorme successo dell’edizione del 2010 che ha avuto il suo cuore a Pollica, per ricordare l’impegno ecologista di Angelo Vassallo, la sfida è stata lanciata anche per questo 2011 con le prime squadre già  al lavoro durante questo fine settimana.

L’obiettivo? Piazze e giardini, strade e canali, centri storici e quartieri di periferia, dalle grotte di Polignano a Mare (Ba) al quartiere di Scampia a Napoli, dal Canal Grande a Venezia fino a Riace (RC) “nessun rifiuto sfuggirà  ai volontari della diciannovesima edizione di Puliamo il Mondo” ha annunciato Rossella Muroni direttore generale di Legambiente durante la presentazione dell’edizione 2011. “Puliamo il mondo è come sempre un atto di protagonismo da parte dei cittadini italiani – ha continuato la Muroni -. Un modo per riprendersi il proprio territorio non rassegnandosi al degrado. È vero, le amministrazioni cittadine dovrebbero fare di più, ma gran parte della soluzione è nelle nostre mani: l’amore per le nostre città , per il nostro Paese, testimoniato da migliaia di volontari [nell’anno europeo del volontariato] è anche una bella risposta e un potente antidoto contro la crisi sociale e l’individualismo dilagante. L’Italia vive un momento difficile, ma sono tantissime le persone disponibili a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare per rendere il nostro un paese più bello, più giusto, più pulito”.

“L’appuntamento di Puliamo il Mondo – ha proseguito Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente -, ogni anno ci ricorda come il problema dei rifiuti rimane una delle grandi sfide ambientali ancora aperte ed inoltre che la raccolta differenziata è la via maestra non solo per superare il problema, ma anche per ridurre considerevolmente i consumi energetici del nostro paese. Forse non è così immediato, ma anche dal riciclo dei rifiuti può arrivare, in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, un aiuto per ridurre le bollette delle famiglie”.

Il riutilizzo dei materiali, infatti, consente risparmi energetici enormi, basti pensare che con il riciclo dei soli vetro e alluminio si ottiene, già  oggi, un risparmio energetico paragonabile alla produzione di circa tre centrali nucleari da 1.000 Megawatt. Inoltre, riducendo le quantità  di rifiuti destinate alle discariche e agli inceneritori si abbattono le emissioni di sostanze responsabili dei cambiamenti climatici di una quantità  che per Legambiente è stimabile tra i 51 e i 72 milioni di tonnellate di CO2.

Non è un caso quindi che Puliamo il Mondo quest’anno sarà  orientata anche a promuovere in modo particolare l’uso consapevole della risorsa acqua. Il nostro Paese, infatti, detiene il record mondiale di consumo pro capite di acque minerali con il conseguente utilizzo di milioni di bottiglie di plastica da smaltire e l’emissione di tonnellate di CO2 per il trasporto.
 Un business che non tiene in nessun conto i concetti di risparmio e sostenibilità , “basti pensare – ha precisato Legambiente – che solo un terzo delle bottiglie di plastica utilizzate per l’acqua minerale viene raccolto in modo differenziato e destinato poi al riciclaggio, mentre i restanti due terzi finiscono in discarica o in un inceneritore”. Ma non solo: il consumo annuo di 12 miliardi di litri di acqua imbottigliata comporta, per la sola produzione delle bottiglie, “l’utilizzo di 350mila tonnellate di polietilene tereftalato (PET), con un consumo di 665 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di gas serra pari a circa 910 mila tonnellate di CO2”.

Ma come anticipavamo non c’è in questi giorni solo Puliamo il mondo a chiedere un nostro diretto contributo nella tutela dell’ambiente. Dal 16 al 22 settembre una serie di iniziative in moltissimi comuni dello stivale ci racconteranno perché e come possiamo muoverci “in città  senza la mia auto”. 
“In città  senza la mia auto” è, infatti, il titolo dell’edizione 2011, ed anche il cuore del problema che mira a ridurre le emissioni nell’atmosfera, decongestionare il traffico, ridurre l’inquinamento acustico, consumare meno petrolio e migliorare la qualità  dell’aria che respiriamo. Questi gli “eco-comandamenti metropolitani” che possono giocare un ruolo importante per il benessere fisico e mentale di tutti, ma la strada da fare per arruolare tra i virtuosi ambientali sempre più frenetici cittadini è ancora molto lunga.

Tra i tanti eventi promossi dai Comuni cha hanno sposato l’iniziativa, per disinincentivare l’uso delle macchine gli organizzatori puntano su iniziative teoriche e pratiche che vedono al centro dell’attenzione “le piste ciclabili, i servizi di bike e car sharing, le auto elettriche, le aree pedonali, i servizi di pedibus e i polmoni verdi nelle metropoli con ampi blocchi del traffico […] oltre alla contemporanea promozione di una rete di mezzi pubblici efficiente e alla portata di tutti. Un servizio che faccia pensare anche ai più recidivi che lasciare l’auto a casa ogni volta che si può è un passo avanti per tutti”, perché più ecologico, più pratico ed anche più economico.

In totale sono 59 le località  italiane ufficialmente registrate alla Mobility Week (quasi 2.000 quelle aderenti in tutto il continente), e l’elenco in continuo aumento fa sperare di poter centrare il primo degli obiettivi al 2020 previsti dal cosiddetto “Pacchetto clima”: ridurre le emissioni dei gas serra del 20% rispetto ai livelli del 1990.

E noi, siamo pronti a rinunciare all’auto almeno per una settimana? Ci vediamo alla fermata del tram con il nostro kit ecologico?


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Il Malawi senz’acqua

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In Malawi la stagione delle piogge è finita a marzo, ora c’è siccità , un fenomeno che quest’anno sembra essere molto più grave, al punto che il Consiglio per l’acqua di Blantyre (principale polo commerciale del paese) ha deciso di razionalizzare la distribuzione dell’acqua. Ma non è sufficiente a rispondere alle necessità  locali, soprattutto a quelle sanitarie.

Eventi estremi, non bastano gli allarmi

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   Fiumi in città  – Foto: diariodelweb.it

Siamo in autunno e cominciano a susseguirsi gli allarmi per perturbazioni cariche di pioggia. Gli aggettivi si sprecano, gli avvertimenti pure e le polemiche politiche sono dietro l’angolo. Intanto il paese frana. Gli eventi estremi saranno sempre più abituali, ammonisce il capo della Protezione Civile. Ricordiamo che fino a ieri la guidava Bertolaso, vicinissimo a Berlusconi, che dava lezioni agli americani dopo il terremoto di Haiti e che qui prometteva le new town invece di ricostruire l’Aquila. Purtroppo non è soltanto una questione di uomini ma di un’Italia piegata dall’incuranza generalizzata del nostro territorio e piagata da abusi edilizi, inquinamento di mari e fiumi, sfregi senza apparente soluzione. Ancora una volta non ce la possiamo fare da soli. Forse l’Europa o provvedimenti a livello globale ci salveranno. Perché gli eventi estremi minacciano il pianeta.

UN PRIMATO AVVILENTE

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Ultimi per crescita economica, occupazione e produttività , ci presentiamo in Europa con un avvilente primato: quello dell’export dei rifiuti. Da anni Napoli e la Campania spediscono la spazzatura ai termovalorizzatori sparsi per il continente.

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