Kosovo, alta tensione alla frontiera con la Serbia
L’«inconveniente» sta certamente in qualche impegno politico sopraggiunto o in possibili motivi personali, si affretta a spiegare qualche fonte ufficiosa. E può ben essere la verità . Ma nel protocollo vellutato della Ue, la cancellazione di un appuntamento così importante è cosa davvero rarissima. Soprattutto se una delle due parti, in questo caso la Serbia, lo considera un passo decisivo verso il suo ingresso nella Ue: oggi è solo «Paese potenziale candidato», superata in questo dai «rivali» Montenegro, Croazia e Macedonia, «Paesi candidati», ma già entro il 2012 potrebbe essere candidato effettivo, ed entro il 2015 membro a pieno diritto dell’Unione. E allora perché Belgrado — o anche Bruxelles, se è stata lei a cancellare tutto — rischia uno sgarbo così? Perché la storia si è riaffacciata. Questo provano a spiegarlo altre fonti ufficiose, e un po’ meno ingessate: la ragione di tutto sta nella tensione ormai giunta alle stelle nel Kosovo settentrionale, ai confini della Serbia, dove forze di polizia della Ue (Eulex) e della Kfor/Nato affiancano le truppe kosovare nel faccia a faccia con le minoranze serbe in rivolta dopo una serie di diatribe doganali. La Ue e la Nato sono coinvolte perché la Serbia le accusa di aver imposto un ruolo politico alle proprie forze sul terreno. Ieri, barricate di sabbia, tronchi e trattori sono sorte qui e là , erette dai contadini serbi che pur vivendo nel nuovo Stato del Kosovo non ne riconoscono le istituzioni. Ai contadini si sono aggiunti gruppi di radical-nazionalisti arrivati da Belgrado, gente già segnalatasi in precedenti convulsioni dei Balcani. «Si rischia un bagno di sangue» ha ammonito la Russia; e tutto per due stamberghe di frontiera dove i gabellieri vorrebbero fare rispettare dazi e blocchi decretati contro le merci dell’uno o dell’altro Paese. Proprio per questo, per affiancare i gabellieri «etnicamente sensibili» del Kosovo e tentare una mediazione, gli uomini della missione Eulex e quelli della Kfor sono stati portati in elicottero sul posto (molte strade sono bloccate). La Serbia ha catturato Karadzic e Mladic, è quasi in Europa: ma il difficile è catturare certe memorie e fantasmi, più che gli uomini.
Related Articles
Qué lucha armada, ni qué ocho cuartos
Era consciente de lo que habíamos sido las FARC como fuerza militar y política, un empeño que había costado más de medio siglo, en el que lo habíamos sacrificado prácticamente todo
Giornata della Nonviolenza: “Prepariamo la pace con il disarmo”
Il manifesto della giornata – Foto da Movimento Nonviolento
“Vogliamo rilanciare questa giornata in Italia per promuovere la cultura e la pratica della nonviolenza con particolare attenzione al decisivo tema del disarmo come momento di affermazione di un nuovo orientamento politico, di rifiuto della guerra come condizione preliminare per una nuova società”. Lo riporta il comunicato diffuso da un ampio cartello di associazioni che oggi saranno in numerose piazze delle città italiane per la “Giornata internazionale della nonviolenza”.
L’Europa e il dopo Gheddafi