Licenziamo il governo, cancelliamo l’articolo 8

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L’approvazione dell’articolo 8 della manovra, con tanto di emendamenti nella giornata di domenica, ha creato ieri una ridda di reazioni da tutto il mondo sindacale. Al centro, ovviamente, il tema dell’articolo 18, derogabile (insieme a tantissimi altri diritti, a tutte le leggi e ai contratti nazionali) da semplici accordi aziendali, firmati peraltro anche da sindacati ad hoc creati nel territorio. Se la segretaria della Cgil Susanna Camusso afferma che «è pronto il ricorso alla Consulta», dall’altro lato Cisl e Uil si affrettano a dire che sull’articolo 8 «si è fatto troppo allarmismo», e che «è inutile sollevare polveroni». Inoltre – assicurano non solo i segretari generali, ma anche molte categorie – nessuno sarebbe disponibile ad applicarlo. Ma in queste giustificazioni si legge la difficoltà  di Cisl e Uil, con tanti dei loro tesserati polemici rispetto alle novità  introdotte dalla manovra e pronti a scendere in piazza con lo sciopero Cgil: militanti che premono sulle segreterie locali e di categoria, in evidentissimo subbuglio e nel caos di dover trattenere e frenare «i disertori».
«Da sindacalista – promette il segretario della Cisl Raffaele Bonanni – non firmo accordi per mandare la gente al macero». Però, aggiunge subito dopo significativamente, «di fronte a casi eccezionali, al mangiare la minestra o saltare dalla finestra, io scelgo la minestra, così almeno qualcuno ce l’ha». Come dire che in momenti di crisi – e, si potrebbe aggiungere, anche in casi di nuovi investimenti dell’impresa, come prevede lo stesso articolo 8 – la firma per derogare all’articolo 18 si può e si deve mettere. «È una norma che noi non abbiamo chiesto – conclude Bonanni – e francamente, mi sembra anche abbastanza inopportuno che si sia entrati in questa materia, facendo balenare la possibilità  di licenziamenti indiscriminati».
Stesso refrain dalla Uil, dove a parlare è il segretario confederale Paolo Pirani: «Tanto rumore per nulla: l’articolo 8 non è la testa d’ariete con cui scardinare diritti e tutele dei lavoratori. Noi non abbiamo chiesto questa norma, ma una volta preso atto della sua esistenza abbiamo voluto e ottenuto alcuni importanti emendamenti – spiega – Grazie a noi è stato scongiurato il rischio della costituzione di sindacati di comodo».
Sul fatto però che il tema della rappresentatività  sia stato «messo al riparo» con gli emendamenti di domenica, autorizzando solo i confederali, le opinioni non sono affatto così univoche. Basta vedere in questa stessa pagina l’intervista al giuslavorista Umberto Romagnoli, secondo il quale resta aperto il rischio di sindacati territoriali. Pericolo individuato anche dall’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, che annuncia la sua partecipazione alle proteste Cgil di oggi e invoca analoghe mobilitazioni della base del Pd: «L’articolo 8 deve essere cancellato – dice in una nota – Consentire con la contrattazione aziendale deroghe a leggi e contratti, compresa la libertà  di licenziamento, e introdurre un concetto di rappresentatività  territoriale del sindacato per sottostare alle richieste della Lega vuol dire minare le fondamenta della rappresentatività  nazionale dei sindacati confederali e aprire la strada a una corsa al ribasso di diritti, tutele e retribuzioni».
Ieri comunque è stata una pioggia di comunicati delle categorie di Cisl e Uil: per il segretario della Fim Cisl Giuseppe Farina «la possibilità  di deroga è inutile e sbagliata e non sarà  applicata», mentre la Fim «si batte perché il Parlamento cancelli quella norma». Anche la Uilm chiede che il governo «stralci quella norma» e promette che non la applicherà . Per la Uiltucs (commercio Uil) si deve dire sì a deroghe all’articolo 18, ma «solo se parziali e a tempo». La Uila (alimentaristi) chiede il ritiro dell’articolo 8, e comunque si dispone a «non applicarlo», così come farà  la Uilca (bancari). Ma come sappiamo sono ormai tante le categorie «sfuggite di mano» ai confederali: Fim e Uilm milanesi che hanno scioperato contro la manovra venerdì scorso; la Fim Cisl di Treviso che oggi incrocia le braccia insieme alla Cgil, mentre dalla Fiom lombarda arriva l’annuncio che in quasi tutte le aziende del cremonese le Rsu meccaniche hanno deciso di scioperare 8 ore oggi. Anche gli studenti
dei collettivi autonomi scenderano oggi in piazza a Palermo per aderire allo sciopero generale della Cgil. Come in tutte le città  italiane anche qui saranno due i cortei, che si ricongiungeranno in Piazza Verdi, dove a concludere la manifestazione ci sarà  il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini
Pure i tesserati di Cisl e Uil condividono i motivi dello sciopero indetto dalla Cgil, anche se questo non si può tradurre automaticamente in una effettiva adesione. È quanto risulta da un sondaggio condotto dalla società  Tecnè per conto della Cgil. Il 52,6% si riferisce a tesserati della Cisl e il 34,6% a quelli della Uil.


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