«L’Italia ora riduca il debito pubblico»

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STRASBURGO — A Bruxelles il presidente del Consiglio dei governi, il belga Herman Van Rompuy, ha definito la manovra italiana «importante anche per l’Europa». A Strasburgo il presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso, ne ha chiesto la «rapida attuazione». E il polacco Jerzy Buzek, presidente dell’Europarlamento, ha esortato a «ridurre il debito pubblico». Alle 18.25 di ieri il premier Silvio Berlusconi ha così potuto lasciare senza traumi l’Europarlamento di Strasburgo concludendo la sua visita ai leader delle tre principali istituzioni Ue. Alla vigilia le clamorose contestazioni di socialisti, liberali e verdi alla sua visita, sospettata di essere stata organizzata per evitare la contemporanea convocazione dei magistrati di Napoli, avevano aperto molti rischi. Per tutta la giornata i collaboratori di Buzek, Barroso e Van Rompuy erano apparsi tesi e mormoravano frasi come «con il premier italiano di mezzo tutto diventa più difficile…».
Berlusconi ha esposto la manovra con la collaborazione del direttore del ministero dell’Economia Vittorio Grilli. «Siamo particolarmente soddisfatti», ha commentato Mario Mauro, capogruppo degli eurodeputati del Pdl, che ha accompagnato il premier negli incontri a Strasburgo con Barroso e Buzek. Il presidente dell’Europarlamento, quando era stato contestato in Aula per aver accettato l’incontro, l’aveva ridimensionato a «una visita di cortesia di pochi minuti». Invece ha poi ufficializzato un colloquio di 52 minuti. «Berlusconi ha firmato il registro degli ospiti illustri scrivendo un ringraziamento a Buzek per la cordiale accoglienza e per l’approfondito esame della situazione italiana ed europea — ha detto Mauro —. La presenza del presidente del nostro gruppo politico Ppe, l’eurodeputato francese Joseph Daul, e nel finale del vicepresidente dell’Europarlamento Roberta Angelilli, ha conferito il tono dell’ufficialità ». Più spartano è stato l’incontro di oltre un’ora con Barroso, che ha offerto succo d’arancia e acqua senza nascondere la preoccupazione per la situazione italiana ed europea.
Nell’Europarlamento, per passare dall’ufficio di Barroso a quello di Buzek, sarebbe bastato andare a piedi sulla passerella interna sul fiume Ile. Ma, dopo le ulteriori contestazioni mattutine del leader dei socialisti, Martin Schulz, e di quello dei verdi, Daniel Cohn Bendit, si è preferito far risalire Berlusconi in auto e fargli fare un lungo giro fino a un ingresso laterale, che evitava il rischio di incontrare contestatori. A Strasburgo ai giornalisti è stato concesso di fare un paio di domande solo sulla manovra. A Bruxelles con Van Rompuy il premier ha rifiutato di far tradurre da un interprete la sua dichiarazione perché diretta solo agli italiani. All’uscita dall’Europarlamento Angelilli e le giovani berlusconiane Licia Ronzulli e Barbara Matera hanno salutato il premier esprimendogli apprezzamento.
Ma la finiana Cristiana Muscardini, Sonia Alfano dell’Idv, Patrizia Toja, Rita Borsellino e Francesca Balzani del Pd hanno diffuso una lettera di solidarietà  per la cancelliera Angela Merkel, che sarebbe stata oggetto di commenti «politicamente scorretti» da parte di Berlusconi in telefonate intercettate.


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