Napolitano: “Crescita problema drammatico”

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PALERMO – Il dramma del nostro paese, ora che la manovra viaggia verso l’approvazione definitiva, si chiama ripresa. È l’allarme lanciato da Giorgio Napolitano che proprio dalla Sicilia, chiudendo la sua visita a Palermo, mette tutti in guardia sull’assoluta necessità  di un “secondo tempo” che segua l’operazione risanamento-conti. Per rilanciare lo sviluppo, al nord come al sud. Dunque, incassato il disco verde alla manovra definita «indispensabile e urgente», il capo dello Stato chiede di «mettere all’ordine del giorno i temi della crescita che si pongono in modo stringente per non dire drammatico, in continuità  con l’impegno ad allentare il peso e il vincolo di un massiccio debito pubblico». E nessuno, nessuna componente sociale o territoriale, «potrà  sottrarsi» a queste esigenze. Napolitano registra con soddisfazione il gradimento che è arrivato dalla Ue alla manovra ultima versione, «ha ricevuto un apprezzamento in sede europea molto importante». E’ lo stesso giudizio positivo, l’identico apprezzamento personale del capo dello Stato? «Certo, sì», risponde, lasciando San Domenico fra il vociare e gli applausi della folla che lo acclama alla fine del convegno di Storia Patria con il professor Lucio Villari. Ma, come poi chiariscono dal Colle, non è una benedizione nel merito, terreno estraneo alle “competenze” del capo dello Stato (e anche perché probabilmente alcune singole misure continuano a non convincerlo del tutto), quanto piuttosto il compiacimento per il sì della Bce dopo i tanti dubbi di Trichet. E del resto propiziato proprio dallo stesso durissimo richiamo di Napolitano che ha spinto il governo a rimettere mano con decisione alla manovra.
Ma adesso il cuore dell’offensiva anti-crisi indicato dal presidente della Repubblica, in un nuovo venerdì nero scatenato dalle dimissioni di Stark e dal tonfo delle Borse, è appunto l’emergenza crescita. L’Italia è un paese praticamente fermo, come proprio ieri ha denunciato l’Istat. Il Pil nel secondo trimestre 2011 è cresciuto solo dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, e dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre 2010. Fanalino di coda, in uno scenario internazionale peraltro cupo, come ha spiegato anche il numero uno del Fmi Christine Lagarde, «i paesi devono agire subito e agire in modo vigoroso, audace per guidare le loro economie attraverso questa nuova e pericolosa fase della ripresa». L’Italia può tornare allo sviluppo, ammonisce Napolitano, «solo crescendo insieme nord e sud. Non c’e un territorio da premiare come concentrato di virtù, né un territorio concentrato di vizi da punire». L’esame di coscienza collettivo, ha detto, «non può non coinvolgere tutto il paese, l’intera società  italiana, e generare un nuovo grande sforzo di cambiamento e di coesione nazionale».


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