Opere e burocrazia più snella Poi tocca alle privatizzazioni

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ROMA — Un decreto legge con gli sgravi fiscali per la realizzazione delle opere pubbliche, già  ribattezzato «Tremonti-Infrastrutture», un altro decreto con le misure di semplificazione. I primi provvedimenti per favorire la crescita economica, ieri al centro di un lungo colloquio tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, cominciano a prendere corpo. Oggi stesso al ministero guidato da Tremonti ci sarà  una nuova verifica con la Confindustria, l’Associazione Bancaria, Rete imprese Italia. I due decreti, tuttavia, necessitano ancora di una messa a punto tecnica, e saranno varati dal governo solo la prossima settimana.

Non saranno gli unici provvedimenti a favore dello sviluppo destinati ad accompagnare la legge di Stabilità  che il governo si accinge a presentare per inquadrare nel bilancio le due manovre antideficit varate nel corso dell’estate.

Per ora si ragiona sugli interventi a costo zero, anche se il governo non ha affatto accantonato l’idea di nuove misure sulle pensioni di anzianità  per finanziare un piano per l’occupazione e la previdenza dei giovani. E non pare tramontata nemmeno l’idea di un condono fiscale: ieri a Ballarò il ministro La Russa, pur dicendosi «personalmente contrario», ha risposto con un «ni» alla domanda su un’eventuale decisione in questo senso. Il prossimo capitolo, tuttavia, sarà  quello delle privatizzazioni, seguito da un nuovo piano di liberalizzazioni. Domani stesso, sempre al ministero, è previsto un seminario tra il governo e le banche, al quale parteciperà  anche il premier, sulla dismissione degli immobili dello Stato e la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Davanti ai banchieri, per la prima volta, il Tesoro aprirà  il grande libro dei beni posseduti, messo a punto in questi mesi da Stefano Scalera, a capo della Direzione del patrimonio del ministero, Edoardo Reviglio, consulente del Consiglio degli esperti del Tesoro, e dallo stesso Tremonti. Il piano non contempla solo la cessione degli immobili, ma aprirebbe la strada anche alla dismissione di altri beni immateriali, come ad esempio le concessioni.

Il primo intervento riguarderà , come detto, le infrastrutture. Il governo è pronto ad agevolare con gli sgravi fiscali le imprese che assumeranno in project financing l’impegno di realizzare alcune grandi arterie di comunicazione già  progettate: tra queste il raddoppio della Pontina tra Latina e Valmontone, la Pedemontana piemontese, la Orte-Mestre, la Ragusa-Catania. Per le imprese ci sarebbero sgravi sull’Irap nella prima fase nella quale si sopportano le spese, e sull’Ires, nel momento in cui cominciano ad arrivare gli utili derivanti dalla concessione. Un meccanismo complesso che necessita di adeguate verifiche dal punto di vista giuridico. L’altro provvedimento ormai quasi pronto è quello sulla semplificazione burocratica. Con le norme annunciate dal ministro Brunetta che elimineranno per le imprese l’obbligo di produrre i certificati quando questi dati siano già  in possesso della Pubblica amministrazione.


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Gli inglesi sono un popolo comunemente caratterizzato da uno spiccato senso dell’identità  nazionale, simbolicamente rappresentato dalla regina e dall’attaccamento a tante tradizioni secolari. Tuttavia, nei momenti di grave crisi politica e economica la Gran Bretagna ha spesso messo in discussione il proprio orgoglio nazionale affidandosi a guide straniere. Pensiamo al calcio: dopo decenni di fallimenti, la nazionale inglese fu consegnata a un coach svedese prima e a un allenatore italiano poi. La scelta della Federazione calcistica fu digerita a fatica da una nazione orgogliosamente nazionalista, ma tutti infine riconobbero che erano decisioni inevitabili. Allo stesso modo, il 26 novembre scorso Mark Carney, che attualmente è a capo della Banca Centrale Canadese, è stato nominato direttore della Banca d’Inghilterra. Si tratta del primo straniero alla guida in 318 anni di storia dell’istituzione. La scelta, che ha creato grande sorpresa negli ambienti finanziari internazionali, è dovuta al pragmatismo con cui Mark Carney ha saputo tenere il Canada fuori da una delle peggiori crisi economiche internazionali degli ultimi decenni.

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