Passo indietro di Dr, Fiat chiude Irisbus

Loading

FRANCOFORTE – L’annuncio ufficiale arriva di prima mattina con un comunicato di Fiat Industrial: «Di fronte all’impossibilità  di portare a termine l’unica iniziativa imprenditoriale che assicurava continuità  al sito, l’azienda sarà  costretta, suo malgrado, ad avviare le procedure per cessare l’attività  dello stabilimento». Chiude così la Irisbus di Valle Ufita, unico stabilimento italiano a produrre autobus urbani. Chiude, spiega la Fiat nel comunicato, perché gli autobus urbani non li compera nessuno. I clienti, le amministrazioni locali, sono senza soldi e faticano a pagare la manutenzione del parco esistente. Così, conclude la nota di Torino, «la produzione è passata dai 717 veicoli del 2006 ai 145 autobus del 2011». Troppo pochi per tenere aperto uno stabilimento che occupa 700 persone e ha una capacità  produttiva di 1.000 autobus all’anno. A Francoforte, dove ha partecipato alle giornate stampa del Salone dell’auto, Sergio Marchionne ha sintetizzato: «Ce ne andiamo perché in Italia non c’è mercato».
La scelta di Fiat è diretta conseguenza dell’annuncio della Dr di Massimo Di Risio di ritirare la proposta di rilevare una parte dell’attività  dello stabilimento. Proposta da sempre guardata con sospetto dai sindacati perché Di Risio è principalmente un concessionario e non sembra avere le spalle solide per reggere un’attività  produttiva. Dopo il comunicato di ieri mattina, la situazione nello stabilimento di Valle Ufita si è fatta calda. In poche ore al centinaio di dipendenti che occupano le linee in assemblea permanente se ne sono aggiunti altrettanti mentre i sindacati e i politici chiedevano al governo un intervento immediato. «In gioco – ha detto per la Cgil Susanna Camusso – non c’è solo il posto di lavoro di 700 persone e il futuro delle loro famiglie ma anche la possibilità  che l’Italia realizzi scelte politiche a favore del trasporto pubblico». Da qui il coinvolgimento di Palazzo Chigi: «Il governo – ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni – convochi le parti ad horas». Pesante il commento del leader del Pd, Pierluigi Bersani: «Con il piano Fabbrica Italia della Fiat ad ora siamo a tre stabilimenti chiusi. Dopo Termini Imerese e Modena, ecco la Irisbus di Valle Ufita. E’ inaccettabile che l’Italia si lasci sfuggire un’attività  industriale in cui abbiamo una tradizione come quella degli autobus. Se la Fiat vuole cessare la produzione, si trovi un altro imprenditore serio disposto a impegnarsi nella produzione».
Si attendono ora le risposte del governo, da più parti considerato, insieme alla Fiat, il vero responsabile di una situazione apparentemente senza sbocchi. Una prima indicazione potrebbe venire oggi dal ministro Paolo Romani che risponderà  in Parlamento alle interrogazioni sulla vicenda. Da confermare invece l’ipotesi di una convocazione delle parti a Palazzo Chigi il prossimo 21 settembre.


Related Articles

Chrysler salva i conti del gruppo Fiat

Loading

Ricavi in crescita a 20 miliardi. Marchionne: “Trimestre incredibilmente positivo”    

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment