Processo alla Tymoshenko, chiesti sette anni

by Sergio Segio | 28 Settembre 2011 6:31

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Sfoggiando l’ormai celebre treccia bionda alla contadina e mandando baci ai sostenitori assiepati in aula, Yulia Tymoshenko ha ascoltato la requisitoria del pubblico ministero Liliya Frolova che ha riaperto ieri il processo a suo carico, mentre centinaia di fan accampati fuori dal tribunale gridavano slogan contro «la banda al governo». La leader della Rivoluzione arancione del 2004 è accusata di abuso di potere per un accordo sul gas con la Russia considerato dannoso per l’interesse nazionale dell’Ucraina, Paese dal quale passa gran parte della rete di condutture dirette in Europa, e siglato nel 2009 durante il suo mandato come premier. Alla sbarra dal 24 giugno, la Tymoshenko è in prigione dal 5 agosto: anche in quell’occasione era stata la Frolova a chiedere l’incarcerazione per oltraggio alla Corte. «Date una pistola alla procuratrice, fareste prima», aveva urlato l’imputata, che non ha mai riconosciuto la legittimità  del procedimento. «Questo assurdo spettacolo deve finire. È una forma di repressione politica. Voglio ricordare a Yanukovich che dovunque io sia, in prigione o fuori, mi sento una persona libera», ha dichiarato ieri attaccando il presidente che era stato il suo rivale filo-russo nel 2004 e che l’ha sconfitta alle elezioni del 2010, indicato come il «mandante» di un processo a orologeria in vista delle politiche del 2012. Carismatica, grande oratrice e populista, la leader che tiene una statuetta di Giovanna d’Arco sulla scrivania e, secondo gli avversari, molti scheletri negli armadi dopo una carriera troppo rapida, la Tymoshenko è considerata la sola in grado di compattare l’opposizione. Al processo ha deposto contro di lei anche l’ex alleato e presidente Viktor Yushchenko, oggi fuori dai giochi. Preoccupazione per la natura politica del caso è stata espressa dagli Usa e dalla Ue, che in caso di condanna minaccia di bloccare gli accordi di libero scambio e associazione in esame a Bruxelles. Yanukovich resta stretto tra la volontà  di non apparire debole e la necessità  di non alienarsi i partner europei. La decisione sul caso Tymoshenko potrebbe arrivare dopo il vertice sul Partenariato orientale che si apre domani a Varsavia.

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