“Bnp ridurrà  il rischio Usa di 60 miliardi”

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PARIGI – Tre sfide per Bnp Paribas: liquidità , bond sovrani e patrimonio. Da vincere per mantenersi ai vertici della finanza europea: Baudoin Prot tra sei mesi passerà  alla presidenza e lascerà  lo scettro di ad a Jean Laurent Bonnafé, oggi vice dg.
Monsieur Prot, perché da luglio le banche francesi sono nel mirino dei mercati?
«La caduta dei titoli francesi è circa in linea con il resto del settore. Io credo sia legata ai timori per i debiti dell’Eurozona, non vedo un’implicita carenza di capitale o altri temi endogeni. Anche negli Usa le banche sono scese di circa il 40% da gennaio».
Molti investitori pensano che presto la Bce dovrà  varare misure straordinarie. Che ne pensa?
«Le misure di liquidità  che la Bce ha adottato per il settore sono un buon salvagente. Al momento non credo ne servano altre».
Il Financial Times ha scritto che c’è una ricapitalizzazione anche per voi dietro l’angolo. È vero?
«Quanto scritto è pura fantasia. Vogliamo centrare l’obiettivo di Core tier 1 al 9% a inizio 2013, adottando tutti i criteri Basilea 3 sei anni in anticipo, e non ci servirà  ricapitalizzare. Recupereremo altri 120 punti base di Core tier 1 con il nuovo piano di riduzione di costi (e di dipendenti, specie negli Usa, ndr.) e di attivi di rischio del 10% del totale».
Avete un “piano B” in caso di inasprimento della crisi?
«L’unico piano di Bnp è un misto di migliorie nel funding e di riduzione degli asset di rischio. Sul dollaro abbiamo 60 miliardi in euro di necessità  a breve, che copriamo per 36 miliardi sull’interbancario americano, il resto con swap in valuta che permettono di più che compensare il recente raffreddamento dell’interbancario. Ridurremo la raccolta in dollari di altri 60 miliardi entro fine 2012».
Più di un analista ritiene che, se mai riuscirete a ridurre l’attivo di 70 miliardi, ci saranno forti minusvalenze. Avete qualche stima?
«Gli analisti vedranno i primi numeri all’inizio di novembre, insieme ai conti del terzo trimestre. La riduzione dei Rwa avverrà  parte con vendita di mutui e parte con diminuzione di prestiti, per ora non diciamo altro».
Siete tra le banche più esposte sul debito greco che avete già  svalutato per 500 milioni. Avrete nuovi impatti sui conti?
«Nella svalutazione ci siamo attenuti al piano di salvataggio ufficiale. Potremmo vedere un impatto sulla terza trimestrale: ma anche facendo il mark to market, che assume un taglio di quei titoli del 55%, l’impatto sarebbe 1,7 miliardi, pari a 15 punti base in meno di Core tier 1. Mi pare una cifra gestibile, dato che a giugno 2011 avevamo 7,4 miliardi pretasse, e un netto di 4,7 miliardi, il quarto migliore dopo Jp Morgan, Hsbc e Wells Fargo».
In portafoglio avete anche titoli di Portogallo, Irlanda e Btp. C’è il rischio di altre scottature?
«Di titoli italiani a giugno ne avevamo 20,8 miliardi. Ma l’Italia ha fondamentali solidi, con un deficit al 4,6% del Pil e un debito privato ben sotto la media europea. E le misure varate vi mettono sulla buona strada».
E’ convinto che Palazzo Chigi stia gestendo bene la situazione?
«Come ha rilevato S&p i dubbi sul vostro paese derivano più dalla fragilità  del contesto politico che dall’economia. Ma le misure fiscali adottate e le connesse riforme per favorire la crescita devono essere implementate al più presto».


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