“Le banche hanno manipolato il Libor” indagine sull’indice di mutui e prestiti

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LONDRA – Dietro la grande crisi finanziaria che tre anni fa ha messo in ginocchio decine di banche, provocando un terremoto globale di cui il mondo occidentale sente ancora le conseguenze, potrebbe esserci una truffa, una «stangata» colossale, i cui responsabili, se emergeranno prove in grado di condannarli, rischiano pesanti sentenze carcerarie. E’ quanto trapela dalle indagini avviate dalle autorità  americane sui mercati di New York e di Tokyo, in collaborazione con agenzie governative di Gran Bretagna, Giappone e Unione Europea, secondo quanto fonti a conoscenza dell’inchiesta rivelano al Financial Times, che ha sparato ieri la notizia in prima pagina.
Al centro dei sospetti ci sono il Libor, l’indice di riferimento del mercato interbancario, sulla base del quale si calcolano gli interessi sui mutui, sui prestiti fra banche e il costo dei derivati, un punto di riferimento per 350 miliardi di dollari di contratti; e il Tibor, una versione più piccola del Libor, basata a Tokyo.
L’ipotesi degli inquirenti del dipartimento di Giustizia Usa, che indagano insieme a funzionari della Commodity Futures Trading Commission (Cftc), è che agenti di cambio di varie banche abbiano complottato con dipendenti di vari ministeri del Tesoro (cioè con coloro che aiutano a stabilire il valore del Libor), per fare muovere l’indice in una determinata direzione, approfittandone poi per scommettere su futuri tassi di cambio dello yen e del dollaro.
Un secondo filone dell’inchiesta guarda alla possibilità  che alcune banche abbiano cercato di abbassare il livello del Libor per i loro prestiti, in modo da apparire più solide di quanto fossero.
La rivelazione che fa suonare campanelli d’allarme a Wall Street e nella City di Londra è che gli investigatori americani sono intenzionati a utilizzare un pacchetto di leggi già  usate per precedenti violazioni nel settore delle commodity, risultate in condanne carcerarie fino a 14 anni di prigione e in accordi extragiudiziari per centinaia di milioni di dollari. Tre aziende energetiche americane hanno ottenuto di rinviare l’imputazione a giudizio per i propri dipendenti, in cambio dell’accordo a pagare risarcimenti danni per un totale di 90 milioni di dollari. Altre venti società  energetiche, indagate per reati analoghi dalla Cftc, hanno raggiunto un accordo extragiudiziario per un totale di 300 milioni di dollari.
Non è la prima volta che vengono ipotizzate speculazioni illecite dietro la crisi finanziaria del 2008 e più in generale dietro il lato oscuro di mercati in cui nuovi meccanismi finanziari rendono possibili azzardi – e trucchi o addirittura vere e proprie truffe – da casinò. Ma le indagini sollevano ora per i banchieri e manager coinvolti lo spettro della galera, sebbene nessun banchiere sia ancora finito in carcere per il collasso finanziario globale di tre anni or sono.


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