Roma: la crisi in Europa vista dal Sud del mondo

by Sergio Segio | 16 Settembre 2011 7:40

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“Dal 2007 la crisi finanziaria globale[1] – poi economica e sociale – ha avuto il suo epicentro nelle economie avanzate, in particolare Stati Uniti ed in Europa. Il suo aggravarsi, con il trasferimento ai debiti sovrani dei paesi della periferia europea e al sistema bancario del Vecchio Continente, apre scenari impensabili solamente un anno fa, incluso il collasso dell’area Euro” – scrivono i promotori.

Negli ultimi decenni si sono succedute numerose crisi finanziarie, che però quasi sempre avvenivano nei Paesi in via di sviluppo o nelle economie emergenti, come la crisi delle tigri asiatiche nel 1997-98. Anche la recente recessione ha avuto forti impatti nei Paesi del Sud, sebbene le economie emergenti abbiano reagito in maniera differente rispetto al passato. Il possibile default della Grecia e la questione del debito riecheggia quanto avvenuto un decennio fa in Russia e Argentina, nonché la crisi del debito dei paesi in via di sviluppo iniziata negli anni ’80 e continuata fino ad oggi in seguito ai profondi cambiamenti del sistema monetario e finanziario internazionale avviati dalle economie avanzate, e in primis gli Stati Uniti, da quando si è rotto il sistema deciso a Bretton Woods nel 1944.

Per una volta la società  civile italiana interroga i partner del Sud globale, in particolare dei paesi emergenti, su come vedono questa crisi che ci fa capire cosa vuol dire il dictat dei mercati finanziari, gli aggiustamenti strutturali e essere impoveriti in seguito ad azioni della finanza globale che vanno ben oltre il potere e la comprensione di cittadini e gran parte dei governi.

“L’incontro è un’occasione per chiedersi anche quanto la crisi sistemica che viviamo ci porterà  ad un superamento delle categorie di Nord e Sud globale” – sottolinea Antonio Tricarico della CRBM. “Ma anche per porsi invece il problema di come riappropriarsi della sfera pubblica per controllare la finanza e trasformare le economie avanzate al fine di promuovere un nuovo sistema monetario, economico e finanziario internazionale più giusto”.

Va ricordato che fin dai primi albori della recente crisi finanziaria, 550 organizzazioni della società  civile di 88 Paesi[2] hanno sottoscritto una dichiarazione internazionale[3] in cui si chiedeva una reale risposta globale alla crisi finanziaria e la stesura di una serie di linee guida vincolanti per affrontarla. Nel documento la società  civile internazionale chiede che qualsiasi summit internazionale che si occupi dell’attuale crisi debba seguire una serie precisa di principi.

Tra le proposte più precise e originali lanciate anche in Italia dalla sezione italiana della coalizione ‘Social Watch’[4] vi è la campagna Zerozerocinque[5] collegata con l’analoga campagna internazionale “Make Finance Work[6]” che invita a partecipare e diffondere la raccolta firme[7] per sollecitare i capi di Stato e di Governo del G20 a varare una tassa sulle transazioni finanziarie che sono una delle maggiori piaghe della speculazione attuale. Il gettito della tassa verrebbe destinato a pagare parte dei costi della crisi innescata dalla finanza speculativa. [GB]

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Endnotes:
  1. la crisi finanziaria globale: http://www.unimondo.org/Guide/Economia/Finanza/%28desc%29/show
  2. 550 organizzazioni della società  civile di 88 Paesi: http://www.unimondo.org/Notizie/Crisi-finanziaria-550-ong-chiedono-un-Summit-globale
  3. dichiarazione internazionale: http://www.choike.org/bw2/
  4. ‘Social Watch’: http://www.socialwatch.it/
  5. Zerozerocinque: http://www.zerozerocinque.it/
  6. Make Finance Work: http://www.makefinancework.org/
  7. raccolta firme: http://www.makefinancework.org/?lang=it

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/09/roma-la-crisi-in-europa-vista-dal-sud-del-mondo/