Scajola non si presenterà in Procura, Anemone indagato
E se l’interrogatorio di Claudio Scajola (Pdl) fissato in procura per il 21 settembre, non ci sarà — il difensore Giorgio Perroni fa sapere che presenterà una memoria difensiva — la procura ha iscritto nel registro degli indagati lo stesso Anemone, titolare dei maggiori appalti del G8, grande dispensatore di regali, provvigioni e favori a ministri e dirigenti della pubblica amministrazione. Il reato contestato dai pm Roberto Felici e Ilaria Calò, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Caperna, è lo stesso dell’ex ministro, ossia finanziamento illecito a un parlamentare.
Ma la vicenda che ruota attorno all’acquisto della casa al Colosseo è a forte rischio di prescrizione, visto che i fatti sono avvenuti fra il 2004 e il 2006 e che, per il reato di finanziamento illecito, la decadenza scatta dopo i 6 anni. A meno di un’interruzione che allunghi i tempi, come previsto in alcuni casi dal codice penale (per nuovi interrogatori ad esempio). Allo stato attuale, l’unico margine per la richiesta di rinvio a giudizio dell’ex ministro potrebbe venire da quei lavori di ristrutturazione, anch’essi pagati da Anemone e conclusi nel 2006.
Ammesso che si arrivi al processo, insomma, il ministro beneficato e l’imprenditore «generoso» rischiano la condanna per lo stesso reato. Sulla base della documentazione già in mano ai magistrati di Perugia, fra cui i verbali dell’interrogatorio di Angelo Zampolini, i pm romani non hanno dubbi: fu Anemone a erogare la maggior parte dei fondi necessari all’acquisto della casa di via del Fagutale.
Novecentomila euro per l’appartamento che complessivamente ne costò un milione e settecentomila (ma che ora, secondo gli esperti, potrebbe valere due milioni e mezzo di euro). Grazie al lavoro di Guardia di finanza e Ros, i magistrati ritengono di avere individuato l’intero percorso dei soldi che furono versati da Zampolini, factotum prima e accusatore poi di Diego Anemone e della «cricca» dei Grandi Eventi.
A partire da martedì prossimo sono convocati in procura lo stesso Zampolini, le sorelle Beatrice e Barbara Papa (ex proprietarie dell’appartamento) e il notaio che fece il rogito.
La procura lavora anche su altre posizioni ereditate dai colleghi di Perugia. Sotto inchiesta il tesoriere dei fondi neri di Anemone, Evaldo Biasini («Don Bancomat»), il missionario della Congregazione del Preziosissimo Sangue che ebbe un ruolo chiave, sia pur inconsapevole, nella consegna della tangente da 50.000 euro a Guido Bertolaso il 23 settembre 2008: i pm perugini Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi — a suo tempo — si erano interessati all’ispezione fatta dalla Banca d’Italia sui sei conti che l’economo gestiva presso la Banca delle Marche, la stessa da cui Anemone prelevò i soldi utilizzati per comprare la casa di Scajola.
Il parlamentare Pdl non si presenterà dunque dai pm e annuncia un memoriale in cui racconta la sua «verità ». Potrebbe essere questa la nuova strategia difensiva dell’ex ministro dello Sviluppo Economico che, sul prestigioso appartamento di via del Fagutale, in passato, ha offerto versioni differenti. Tuttora l’unica certezza è che quei 180 metri quadri che quasi sfiorano il Colosseo sono ancora a sua disposizione, sia pure, come ha spiegato, «solo per dormire».
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