Tutti a scuola: “Per l’integrazione servono altri 3 miliardi di euro”

by Sergio Segio | 14 Settembre 2011 15:58

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I manifestanti con uno striscione
ROMA – Per l’integrazione scolastica dei bambini con disabilità  l’unica strada percorribile è quella delle scelte coraggiose. Ne è convinto Toni Nocchetti, presidente dell’associazione Tutti a scuola Onlus che questa mattina è sceso in piazza ai piedi del Parlamento per manifestare contro i tagli e l’ultima manovra finanziaria. Una manifestazione che ha visto circa un centinaio di partecipanti, tra familiari e bambini disabili, tutti attorno ad una gabbia in metallo con dentro una sedia a ruote a simboleggiare un futuro senza scampo e di segregazione per le persone con disabilità . Secondo l’associazione, ad oggi mancano all’appello circa 65mila docenti di sostegno e anche una formazione adeguata per tutto il corpo docente. Investire nella formazione dei docenti e nell’assunzione di nuovo personale ha dei costi che in tempo di crisi devono essere frutto di scelte consapevoli, spiega Nocchetti. “Occorre ripartire  da un patto sociale tra gli italiani – spiega -. C’è bisogno di altri 3 miliardi di euro circa. Questa è la spesa necessaria”. Ma tre miliardi bisognerà  pur trovarli da qualche parte.

“Bisognerebbe trovare il coraggio per dire agli italiani che così l’integrazione a scuola non si fa – aggiunge -, ma sono convinto che se venisse fuori una classe politica credibile noi troveremmo i soldi”. Purtroppo, però, “abbiamo di fronte una classe politica totalmente inaffidabile che trova difficoltà  a trovare molti meno soldi. La disabilità  è una condizione estrema, esigente e richiede delle risorse. Si tratta di capire se vogliamo trovare i soldi per questi temi o soltanto per finanziare le squadre di calcio. Per ogni domenica di campionato spendiamo per le società  sportive oltre 30 milioni di euro e questa è una cosa che gli italiani non sanno. Quanti insegnanti di sostegno specializzati e aggiornati si possono tenere in cattedra in questo modo? Vagonate”. È questa la ragione, quindi, della richiesta di “dimissioni” inviata a gran voce in piazza all’attuale governo, perché, spiega Nocchetti, “il problema non sono le risorse, ma una classe politica credibile. Crediamo che nelle dimissioni di questa classe politica ci sia il futuro dei più deboli. Non c’è alternativa”.(ga)

 

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