Zapatero scioglie le Camere “Adesso lascio la politica”
MADRID – Zapatero non lascia soltanto la Moncloa, dice addio per sempre alla politica. Ieri il primo ministro spagnolo ha parlato alla stampa, dopo aver sciolto i due rami delle Cortes (il decreto è stato firmato da Juan Carlos), passo ufficiale per le elezioni politiche del prossimo 20 novembre. José Luis Zapatero aveva già annunciato lo scorso aprile che non si sarebbe ricandidato per un terzo mandato e il 29 luglio, quando pressato dalla crisi economica ha dovuto rassegnare le dimissioni e indire elezioni anticipate, il Psoe aveva già scelto come candidato l’attuale ministro dell’Interno Alfredo Pérez Rubalcaba, per cercare di arginare una vittoria scontata per il Partito Popolare.
Ma ieri il premier della “nuova Spagna” libertaria e progressista ha stupito annunciando che si ritirerà dalla scena politica. «Si chiude una fase, e questa fase mette fine alla mia carriera politica», ha detto Zapatero in conferenza stampa nella quale ha cercato di risollevare gli animi dei socialisti spagnoli, atterriti dai sondaggi che danno il popolare Rajoy trionfante alle urne con un 46 per cento che gli varrebbe la maggioranza assoluta nei due rami del Parlamento. Il premier anche ieri ha annunciato che nei quattro mesi che gli restano farà riforme economiche per cercare di arginare la crisi, una mossa che perfino i quotidiani da sempre vicini al Psoe hanno bollato come tardiva e insufficiente dopo i tentennamenti dei mesi scorsi di Zapatero. Al premier è stato appunto rimproverato di aver reagito male e troppo tardi all’emergenza economica e di aver di fatto innovato la Spagna solo in quegli ambiti che non richiedevano uno sforzo economico o programmi finanziari precisi. «La legislatura della crisi termina, ma la crisi continua» commenta lapidario El Paàs, sottolineando che proprio nel momento in cui la Spagna ha più bisogno di un timone la campagna elettorale rischia di spostare l’interesse sulla politica e non sulle mosse dei mercati.
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