American Airlines rischia la bancarotta

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NEW YORK – E’ la terza compagnia aerea del mondo per il numero di passeggeri trasportati. E presto potrebbe essere costretta a portare i libri in tribunale. American Airlines, uno dei marchi-simbolo dell’aviazione civile Usa, ha visto le sue azioni precipitare del 33% nella seduta di lunedì. La spiegazione sono le voci di un’imminente bancarotta. Al New York Stock Exchange lunedì le vendite erano talmente massicce (76 milioni di azioni trattate in una sola seduta) che in diversi momenti le autorità  hanno fatto scattare le sospensioni cautelative della quotazione. Il titolo era sceso sotto la soglia dei 2 dollari per la prima volta dal 2003, l’epoca in cui il trasporto aereo americano stava soffrendo per l’impatto dell’11 settembre. E proprio a quell’epoca risalgono i guai di American Airlines.
Paradossalmente, la compagnia paga oggi lo scotto per non essere fallita prima. Le sue principali rivali, avendo scelto dopo l’11 settembre la strada del Chapter 11, la procedura di amministrazione controllata che segue la bancarotta, ne hanno ricavato dei benefici. Il Chapter 11 consente ampi margini di manovra per ridurre la massa salariale, rivedere tutti i contratti, ivi comprese le condizioni di rimborso dei debiti con le banche o i detentori di obbligazioni. Se nel 2003 American Airlines evitò il Chapter 11 perché sembrava meno malandata di altre, oggi la situazione si è rovesciata: ha costi troppo alti, soprattutto nei confronti delle low-cost che anche negli Stati Uniti hanno guadagnato quote di mercato. La società  holding che controlla American Airlines, Amr, ha smentito che sia imminente la bancarotta. Ma anche dopo la sua smentita ufficiale, e il rilancio del negoziato col sindacato dei piloti per ridurre i loro stipendi, in Borsa il titolo ha recuperato solo la metà  delle perdite di lunedì. Segno che la tregua è momentanea.
Amr ha chiuso il suo quarto bilancio consecutivo in rosso, dopo avere accumulato 12 miliardi di dollari di perdite in un decennio. La società  madre punta l’indice proprio sul costo del lavoro. Secondo Amr la controllata American Airlines sarebbe oberata da 800 milioni di dollari di sovraccosti annui, per la massa salariale superiore rispetto alle sue concorrenti. Sotto pressione dopo il lunedì nero di Borsa, la Union che rappresenta i piloti ha accettato di riaprire il tavolo di trattative sui tagli agli stipendi. Ma altre cause concorrono alla crisi del colosso dei cieli. Nonostante i prolungati negoziati con British Airways e Japan Airlines, con ipotesi di fusione regolarmente smentite, American Airlines è rimasta indietro rispetto ai mega-accorpamenti delle sue rivali nazionali. Delta si è unita nel 2008 con Northwest. United ha acquisito il controllo di Continental nel 2010. La congiuntura non aiuta: con i venti di ricaduta in recessione, il trasporto aereo è di nuovo in una fase di debolezza. Amr ha 1,8 miliardi di debiti sotto forma di bond che vengono a scadere l’anno prossimo e un altro miliardo nel 2013. Il debito totale raggiunge i 17 miliardi.


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