Barroso: fondo salva-Stati già  nel 2012 la Slovacchia ci ripensa, Borse in volo

by Sergio Segio | 13 Ottobre 2011 7:21

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BRUXELLES – La Commissione lancia un progetto per la ricapitalizzazione forzosa delle banche in modo che possano tener testa alla crisi dei debiti sovrani. Il parlamento slovacco, dopo aver bocciato martedì notte il rafforzamento del fondo salva Stati (Efsf), trova un accordo che dovrebbe consentire di far passare la riforma. E le borse volano. Milano guadagna il 2,9 per cento; Parigi il 2,4; Francoforte il 2,2; Madrid il 2; Londra un più modesto 0,8. Paradossalmente, il fatto che tutti i responsabili riconoscano che la crisi è ormai «sistemica», come ha detto ieri anche il presidente della Commissione, Barroso, sembra convincere i mercati che i governi europei si muoveranno finalmente per risolvere alla radice la crisi dei debiti sovrani.
E in effetti ieri Barroso ha presentato al Parlamento europeo la road map per porre fine al contagio della crisi finanziaria. Quattro sono i punti principali: concessione della sesta tranche del prestito alla Grecia e via libera per il secondo prestito già  deciso a luglio; ulteriore potenziamento del diritto di ingerenza da parte della Commissione e del Consiglio Ecofin nelle politiche di bilancio nazionali; anticipazione al 2012 del fondo permanente salva Stati (Esm) che dovrà  sostituire l’Efsf; ricapitalizzazione «urgente» delle banche.
Ed è questo il punto che ha suscitato maggiore attenzione e ha generato una ventata positiva nelle borse. Barroso propone una azione «coordinata a livello europeo» per aumentare «provvisoriamente» la capitalizzazione delle banche ben al di sopra dei limiti previsti dalla direttiva Basilea III. Occorre, «fissare, temporaneamente, dei requisiti patrimoniali molto più alti, che comprendano fondi propri di altissima qualità , dopo aver preso in conto l’esposizione delle banche ai debiti sovrani». Bruxelles, per ora, non indica esplicitamente quale dovrebbe essere la soglia minima di capitalizzazione. Ma indiscrezioni parlano di un 9%, rispetto al 5% indicato come obiettivo per il 2013 dalla convenzione di Basilea. Secondo uno studio della Morgan Stanley, questo significherebbe una ricapitalizzazione dell’intero sistema bancario europeo pari a 275 miliardi di euro.
Barroso ritiene che le banche debbano cercare i capitali di cui hanno bisogno sui mercati. In caso non arrivino a raggiungere l’obiettivo indicato, i governi nazionali saranno chiamati ad intervenire in loro aiuto. E solo nell’eventualità  in cui i governi non possano intervenire toccherà  all’Efsf. Come incentivo per spingere le banche a muoversi con mezzi propri, la Commissione propone di sospendere il pagamento dei dividendi e dei bonus al management per quegli istituti che non arrivino a ricapitalizzarsi da soli. La proposta ha subito suscitato una dura reazione delle banche tedesche, tra le meno capitalizzate, secondo cui la sospensione dei dividendi «complicherebbe ulteriormente il compito di raccogliere capitale sui mercati». In compenso il governo di Parigi, come chiedeva la Germania, avrebbe accettato di sostenere con le proprie forze gli istituti d’Oltralpe, esposti per 55 miliardi di euro verso società , banche e emissioni pubbliche greche. Un intervento del governo per sostenerne la ricapitalizzazione potrebbe mettere in pericolo la tripla A di cui ancora godono i titoli di debito francesi.

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