Caos Grecia, muore un manifestante la Troika: aiuti ok, ma non bastano

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MILANO – La Grecia incassa l’ok della Troika (con riserva) agli 8 miliardi di aiuti necessari ad evitare il default, dà  l’ok al nuovo piano di austerity imposto da Ue, Bce e Fmi al paese ma piange l’ennesima vittima della crisi. Un operaio edile 53enne del Pame, il sindacato comunista, è morto d’infarto all’Evangelismos Hospital dove è arrivato in stato di incoscienza dopo gli incidenti tra gli anarchici incappucciati e il servizio d’ordine dei lavoratori schierato proprio dal Partito comunista a difesa del Parlamento nel centro di Atene. L’uomo non presentava ferite al momento del ricovero – hanno confermato fonti mediche – smentendo le prime voci secondo cui la vittima sarebbe stata colpita in testa da una pietra durante gli scontri. Altre 74 persone sono rimaste ferite nei disordini di piazza Syntagma, una in maniera più seria anche se non in pericolo di vita.
La seconda grande manifestazione in due giorni di sciopero generale (in piazza sono scese 70mila persone secondo gli organizzatori) non è riuscita però a impedire il sì all’ennesimo piano di taglio dei costi. Il governo Papandreou, malgrado la striminzita maggioranza di 154 seggi su 300, ha tenuto ancora una volta, dando il via libera al giro di vite che prevede tagli del 20% a stipendi e pensioni pubblici e la mobilità  per 30mila dipendenti della pubblica amministrazione, cui sarà  garantito (ma solo per un anno) il 60% dello stipendio. Il provvedimento è passato nella serata di ieri di stretta misura. L’ex ministro del lavoro Louka Katseli, uno dei membri più influenti del Pasok, ha votato contro ed è stato immediatamente espulso dal partito da Papandreou.
Il semaforo verde del Parlamento ellenico dovrebbe a questo punto sbloccare definitivamente la sesta tranche di aiuti internazionali. Otto miliardi necessari per pagare gli stipendi pubblici di ottobre e novembre e per evitare il default in attesa che si sblocchi l’impasse europeo sul nuovo piano di sostegno da 110 miliardi. La Troika ha già  dato in sostanza il suo ok. Il rapporto della missione di Ue, Fmi e Bce sullo stato di salute di Atene ha fatto però una fotografia in chiaroscuro dell’economia greco. L’evoluzione è «positiva», spiega, ma restano «situazioni preoccupanti sull’evoluzione del debito» per una recessione molto più grave del previsto e la difficoltà  del governo a tradurre in realtà  i progetti approvati in Parlamento. Le privatizzazioni sono in ritardo, dice la Troika, il deficit del 2011 sarà  peggiore delle previsioni e dopo un 2012 che non dovrebbe riservare cattive sorprese, bisognerà  pensare a nuovi tagli per far quadrare i conti del 2013-2014.
La palla adesso è nel campo di Bruxelles. «Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare – ha ribadito di nuovo ieri il premier Papandreou –. Ora speriamo di avere un segnale positivo dal summit di domenica». Il leader del Pasok ha cercato di nuovo nelle ultime ore di serrare le fila del paese incontrando il leader dell’opposizione Antonis Samaras offrendogli tra l’altro di partecipare assieme al vertice del week-end. Il leader di Nea Demokratia ha però declinato l’invito, facendo tramontare anche l’ipotesi di un governo di unità  nazionale circolata negli ultimi giorni.


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