Edison, liquidazione “verde” per A2a sul piatto anche mini-idro ed eolico

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MILANO – Una liquidazione “verde”. I soci italiani di Edison, guidati da A2a, stanno trattando per cedere il 30% della società  che controllano attraverso Delmi, parte in denaro e parte in asset. Questi ultimi sarebbero rappresentati da impianti per la produzione di energia rinnovabile.
È questa, secondo alcuni fonti finanziarie, la novità  nella trattativa che dovrebbe portare Edison sotto il totale controllo di Electricité de France (Edf), il leader europeo nella produzione di energia elettrica. Una trattativa che molti dei protagonisti giudicano in fase avanzata e non lontana da una chiusura positiva.
Formalmente, il gruppo di utility italiane che controllano la “scatola” Delmi (oltre ad A2a ci sono Iren, la trentina Sel e Dolomiti Energia) ha presentato a Edf una proposta per farsi liquidare il loro 30% con un’opzione a tre anni dal valore di 1,5 euro per azione. Una proposta che i francesi avrebbero considerato non accettabile: troppo il divario con gli attuali corsi del titolo a Piazza Affari (quota attorno a 0,95 euro e secondo gli analisti sconta già  un premio per l’ormai probabile passaggio di consegne a Edf che comporterebbe un’Opa obbligatoria sul 20% che non è in mano ai due soci principali).
Da qui, l’avvio di una trattativa che comporti una liquidazione dei titoli in parte per contanti (con un valore delle azioni che difficilmente dovrebbe superare quota 1,1-1,2 euro) e parte in asset industriali. Sostanzialmente, manager, legali e advisor stanno esaminando un ventaglio di possibilità  che comprende tutti gli impianti delle rinnovabili di Edison. Si tratta sia di impianti idroelettrici di taglia “ridotta” che fanno capo direttamente alla casa madre, sia eolico e fotovoltaico che, invece, stanno sotto il cappello della controllata Edens (Edison Energie Speciali spa). Una società  che Edison un paio di stagioni fa avrebbe voluto anche quotare in Borsa.
Nel dettaglio, il 17,5% dell’energia prodotta da Foro Buonaparte viene da fonti rinnovabili. Nel complesso si tratta di 2.104 megawatt di potenza, di cui la stragrande maggioranza deriva da impianti idroelettrici di grande taglia (1.690 megawatt), cui si aggiunge un comparto di mini-idro (20 megawatt). Ma non è trascurabile l’apporto dei campi eolici (420 megawatt), un settore in cui Edison è stata tra i primi a investire in Italia. infine, tra gli asset tra cui A2a potrebbe scegliere ci sono anche impianti fotovoltaici (12,5 megawatt) e biomasse (6 megawatt).
La settimana prossima sarà  decisiva per definire il quadro dell’accordo, ma è probabile che per la forma si vada oltre il 31 ottobre data in cui scadono i patti tra italiani e francesi. Ma se ci sarà  un accordo di massima, non sarà  necessaria una nuova proroga.


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