Eurolandia incalza l’Italia “Subito le misure sulla crescita”

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I ministri dell’eurogruppo hanno dato ieri il via libera al pagamento della rata di otto miliardi del prestito alla Grecia, che era rimasta bloccata per più di un mese. La decisione, presa in attesa di avere il consenso dell’Fmi che è cofinanziatore, dovrebbe consentire ad Atene di evitare la bancarotta nell’immediato.
Ma nonostante l’ok agli aiuti al governo ellenico l’Europa resta divisa: le posizioni di Francia e Germania sono distanti e l’intesa sulle misure anti crisi è lontana: Parigi non si vuole esporre con fondi suoi e chiede l’intervento della Bce, mentre Berlino è contraria. «Stiamo dando un’immagine disastrosa», lamenta il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker.
Il vertice europeo di domenica, verosimilmente, indicherà  che il secondo prestito di 110 miliardi per salvare Atene sarà  condizionato ad una svalutazione del debito greco molto più consistente di quella già  prevista del 21%. Nel documento messo a punto dalla troika, si calcola che un taglio del 60% del valore dei bond greci riporterebbe il debito pubblico al 110%, rispetto allo stratosferico 162 raggiunto attualmente. Resta da calcolare quali sarebbero gli effetti di un simile deprezzamento per la tenuta delle banche e soprattutto per il rating tripla A della Francia, che dovrà  venire in aiuto dei propri istituti finanziari.
Se la Grecia tira un temporaneo sospiro di sollievo, sarà  invece il governo italiano a figurare sul banco degli imputati al vertice europeo che si apre domani e che si concluderà  dopo una seconda sessione dei capi di governo mercoledì. I partner europei e le istituzioni comunitarie sono furiosi per l’ennesimo rinvio del pacchetto di misure sullo sviluppo e la crescita che Berlusconi aveva loro promesso di presentare entro settembre. E temono che la recessione verso cui il governo sta guidando il Paese finisca per vanificare anche l’effetto della manovra di bilancio che dovrebbe riportare in pareggio i conti pubblici.
«L’Italia deve sgombrare il campo da ogni dubbio sulla sua politica fiscale. Non è chiaro ancora il modo in cui arriverà  al pareggio di bilancio nel 2013», ha dichiarato con toni insolitamente duri il commissario agli Affari economici Olli Rehn. «I fondamentali economici italiani sono solidi, ma c’è bisogno urgente di riforme strutturali più avanzate, soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro». E il portavoce della Commissione ha spiegato la preoccupazione di Bruxelles: «Durante l’estate, l’Italia ha approvato un pacchetto ambizioso che va nella giusta direzione, ma deve essere seguito con urgenza da misure per la crescita». E non basta: «Gli obiettivi di bilancio vanno definiti con misure robuste e una tabella di marcia corretta per ristabilire la credibilità  del Paese sui mercati. E’ chiaro che serve un pacchetto complessivo di misure per rafforzare le debolezze strutturali dell’economia e per migliorare la qualità  della spesa pubblica».
Anche il ministro olandese delle Finanze, ieri è stato esplicito: «L’Italia deve prendere nuove misure e mi aspetto che le presenti durante il vertice di questo week-end», ha detto entrando ieri alla riunione dell’Eurogruppo. Del resto nella bozza delle conclusioni del vertice, è scritto chiaramente che ai Paesi i cui debiti sono sotto attacco « è richiesto uno sforzo particolare» e si sollecitano «impegni specifici» da parte di Italia e Spagna. Impegni di cui, a due giorni dal vertice, non si vede nessuna traccia concreta.


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