Fitch declassa l’Italia: Paese vulnerabile

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ROMA – Adesso anche Fitch declassa l’Italia. Dopo Standard and Poor’s e Moody’s, arriva la sforbiciata della terza agenzia di rating che riduce il grado di affidabilità  dell’Italia di un gradino: da «AA-» ad «A+», con «outlook negativo», ovvero con prospettive buie, incerte, passibili in futuro di eventuali ulteriori declassamenti. Il paese – ecco la motivazione – è vulnerabile di fronte alla crisi della zona euro. Anche la Spagna subisce la stessa sorte e viene declassata di due gradini, mentre il Portogallo corre il rischio di un taglio a livello junk, «spazzatura». Segno che l’agenzia teme un rischio-contagio.
Palazzo Chigi parla di scelta attesa, «già  annunciata». Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia e candidato «interno» alla nomina di governatore rilascia un commento tagliente: «Queste agenzie agiscono un po’ come un branco». E in effetti, almeno stavolta, c’è una certa sincronia in tutte queste bocciature. Guardando il calendario: la mossa di Fitch arriva ad appena 3 giorni dal downgrade di Moody’s, che a sua volta segue il taglio di Standard & Poor’s annunciato il 20 settembre. Va detto però che Fitch non toccava l’Italia da cinque anni: l’ultima volta risale all’ottobre 2006. Ora riduce anche la valutazione di breve termine del rating sovrano (da F1+ a F1).
Comunque sia, la bocciatura – si legge in una nota – «riflette l’intensificarsi della crisi della zona euro che costituisce un significativo choc finanziario ed economico che ha indebolito il profilo di rischio sovrano del paese». E più avanti: «Una soluzione della crisi credibile e completa è complessa, politicamente e tecnicamente. Ci vorrà  tempo per vederne l’attuazione e riguadagnare la fiducia degli investitori». Fitch ritiene che gli obiettivi di breve termine di deficit siano raggiungibili, ma guarda al peso delle tasse come «uno dei fattori che gravano sulla crescita». E soprattutto segnala un «quadro macro-economico più debole»: «Un potenziale rallentamento implica che gli obiettivi di bilancio per il 2013 potrebbero non essere centrati». Inoltre, «l’iniziale, esitante risposta del governo all’allargarsi del contagio ha eroso la fiducia del mercato nella sua capacità  di riuscire a traghettare l’Italia nella crisi dell’euro».
Proprio ad Eurolandia si riallaccia palazzo Chigi secondo cui «le valutazioni di Fitch sono soprattutto il riflesso del clima di incertezza che attraversa l’eurozona». A proposito dell’Italia viene «apprezzato lo sforzo di risanamento» giudicando «raggiungibili gli obiettivi di deficit». Il cancelliere tedesco Angela Merkel però rivendica: «È un risultato dei nostri sforzi se oggi in Italia e Spagna si discute di riduzione del debito». Il ministro degli Esteri Franco Frattini minimizza: «Alle Borse questo declassamento non interessa granché». Protestano le opposizioni: «Il governo fa finta di aver raddrizzato la rotta», dichiara Stefano Fassina. Sconsolato Enrico Letta: «Siamo in serie B come Polonia e Malta».


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NON SI ESCE COSàŒ DALLA CRISI

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Il processo di vendita dei beni immobiliari pubblici era iniziato nella metà  degli anni ’90, ma i numerosi provvedimenti bipartisan hanno prodotto risultati modesti. Oggi la vendita annunciata dal governo Monti si farà  perché la crisi economica favorisce l’efficacia dei provvedimenti. 

Tasse e bus, stangata a Milano

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MILANO — La prima «botta» arriverà  di ritorno dalle ferie. Da settembre il biglietto per tram, bus e metrò costerà  un euro e mezzo. Un aumento secco del cinquanta per cento. La seconda «stangata» si nasconderà  tra le pieghe della busta paga. L’addizionale Irpef dello 0,2 per cento picchierà  però solo dai 33 mila e 500 euro di reddito in su. La Milano di Pisapia alle prese con i buchi di bilancio (il deficit ereditato dalla giunta Moratti sfiora i 200 milioni, giurano i nuovi inquilini di Palazzo Marino) e coi tagli in arrivo da Roma, cento milioni in meno in cassa a partire dal prossimo anno.

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