Il Carroccio vota sì ma si prepara alle elezioni

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ROMA – Mentre Berlusconi parla in aula Bossi sbadiglia. Poi esce e afferma: «Il premier ha detto quello che doveva dire, quello che la gente voleva sentire. Dopo la fiducia il governo ci sarà  ancora». La deputata Carolina Lussana prende la parola nell’emiciclo di Montecitorio per declinare la posizione del Carroccio: «Il governo ora deve andare avanti con coraggio, deve fare le riforme in tempi certi da qui alla fine della legislatura». Se il discorso di Berlusconi ha convinto il Senatùr, non si può dire altrettanto per Maroni, che ascolta il premier tra i banchi lasciati liberi dall’Idv. Il ministro dell’Interno – al quale mezzo movimento guarda per dare una svolta post-berlusconiana alla Lega – confida ai suoi di non essere stato impressionato dalle parole del Cavaliere. Come lui la pensano in molti tra i deputati in camicia verde, ma oggi tutti e 59 voteranno la fiducia. L’ordine di Bobo è perentorio: non saremo noi a far cadere il governo.
Si guarda avanti. E lentamente si avvicina il momento in cui la Lega dovrà  per forza tirare le somme. A Pontida Bossi aveva dato a Berlusconi fino a gennaio per fare una serie di riforme. Che al momento sono al palo (e il premier nel suo discorso non ha dato quelle date certe chieste dai leghisti). Ma anche in quel frangente la strada per il Senatùr sarà  stretta, visto il timore che alla fine la crisi possa favorire comunque la nascita di un governo tecnico precludendo il voto. Nel qual caso – Bobo e l’Umberto concordano – la Lega farà  opposizione dura. Eppure Maroni e i suoi nelle urne ci sperano, sono certi che anche se non sarà  il Senatùr a staccare la spina alla fine lo faranno i contorcimenti interni al Pdl. Diversa la posizione del Cerchio Magico, i pretoriani di Bossi che non vedono alternative al governo.
Intanto gli scontri interni alla Lega sono sempre più dirompenti. Il sito de La Provincia di Varese – capoluogo dove domenica è andato in scena un congresso di fuoco segnato dal diktat di Bossi in favore di un uomo del Cerchio Magico, Maurilio Canton – ha pubblicato una lista nera attribuita proprio ai cerchisti con i militanti da espellere. Tutti maroniani. Tra questi compare anche il sindaco Attilio Fontana, unico leghista ad avere riportato una vittoria di peso alle elezioni della scorsa primavera e soprattutto vicinissimo a Maroni. Con lui anche Stefano Candiani, ex segretario provinciale odiato dal Cerchio. Una guerra tra le due anime del Carroccio che in caso di elezioni nel 2012 sulla compilazione delle liste potrebbe diventare totale.


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