Il gran ritorno di Suu Kyi: «Sarà  deputata»

Loading

Una posizione nuova, addirittura speculare a quella tenuta finora. Soltanto un anno fa, il 7 novembre 2010, il premio Nobel per la Pace, icona dell’opposizione alla dittatura militare, ancora agli arresti domiciliari, aveva deciso di boicottare una consultazione elettorale giudicata, molto semplicemente, «una frode». La stessa Nld era stata ufficialmente sciolta: perché la pasionaria birmana aveva rifiutato di registrarla come «partito» per non sottostare alle condizioni-capestro imposte dalla Giunta nella sua strada verso la «democratizzazione». In primo luogo, la norma che impediva l’eleggibilità  a chi aveva condanne (politiche) sulla fedina. E cioè proprio Aung San Suu Kyi, agli arresti per 15 degli ultimi ventun’anni, liberata soltanto all’indomani delle elezioni.
Ora la Signora ha deciso che è venuto il momento di venire a patti con la realtà : il passaggio di potere dai militari ai civili (tutti ex generali) è avvenuto, il Parlamento di Naypyidaw — la capitale costruita ex novo a nord di Rangoon — è pienamente operativo. «È corretto partecipare alla costruzione di un nuovo Paese, più giusto e democratico — dice al Corriere Nyan Win, storico avvocato di Aung San Suu Kyi e portavoce della Nld —. Ho personalmente caldeggiato la decisione della Signora. Ma ci sono ancora dei passi da compiere prima». Nyan Win, al telefono dalla sua casa, mostra prudenza. Ma i giochi sembrano ormai fatti. Il governo civile della Birmania, ancora sottoposta a sanzioni, ha bisogno di legittimità : nel 2014 potrebbe essere chiamata al turno di presidenza dell’Asean, l’associazione dei Paesi del Sudest asiatico. Chiamare in Parlamento il premio Nobel per la Pace e un drappello di rappresentanti dell’Nld (forse 40) è la chiave per ottenerla. «Perché tutto questo avvenga — avverte Nyan Win — occorre che il nostro partito superi lo scoglio della registrazione ufficiale: ma siamo ottimisti che ciò avverrà . Solo allora potremo partecipare alle elezioni suppletive e quindi contribuire alla democratizzazione della Birmania: il Paese ha bisogno di noi».
Un anno davvero straordinario, il 2011. Mentre nelle sale (ma solo all’estero) arriva il film di Luc Besson The Lady, interpretato da Michelle Yeoh — alter ego perfetto — la Signora, tornata libera, si riprende giorno dopo giorno gli spazi (politici) che le spettano. «Daw Suu Kyi (così è chiamata dai suoi, ndr) si è sempre spesa per fare della Birmania un Paese diverso, accogliente. Il posto giusto per lei è nel Parlamento».
Certo Nyan Win non dimentica i molti prigionieri politici — circa 2.000 — ancora trattenuti nelle carceri. «Recentemente ne sono stati liberati 200. Ma noi chiediamo che tutti possano tornare alle loro case». Come giudica l’avvocato di Aung San Suu Kyi il percorso inaugurato dal nuovo governo civile? Davvero il potere non è più nelle mani dei militari, in particolare del generale Than Shwe? «Oggi il presidente è Thein Sein — risponde diplomatico —. Ci fidiamo di lui. Nelle strade si comincia a respirare un’altra aria».
Aria di libertà ?


Related Articles

L’Europa non ha il monopolio della democrazia

Loading

L’Europa non deve ricevere lezioni di democrazia da nessuno, ha affermato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso in occasione del G20 di Los Cabos in Messico. Tuttavia bisogna riconoscere che la costruzione europea è meno democratica di quanto si pensi e di certo la crisi non aiuta.

Dall’Olanda la fronda per un’Europa leggera

Loading

Iniziativa presentata dal capo dell’Eurogruppo: più potere agli Stati, meno a Bruxelles 

Bilancio Usa, Obama affronta i repubblicani

Loading

A 4 giorni dalla scadenza il presidente convoca a sorpresa gli avversari

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment