Il silenzio dell’occidente
«In the next few days». Mancano sempre solo «pochi giorni» per la «liberazione» di Sirte, da oltre un mese assediata dagli insorti che non si decidono ancora ad alzare bandiera bianca e anzi, per lo stupore dei più, oppongono una «resistenza feroce». Una città devastata, una popolazione civile intrappolata e senza, luce eacqua, ospedali senza ossigeno e senza medicine, nelle più completa indifferenze della «comunità internazionale», dell’Occidente e della Nato, insorta a suo tempo quando i gheddafiani assediavano Misurata. Forse perché Sirte è identificata come la città natale di Gheddafi e quindi il «castigo collettivo» inferto ai suoi abitanti in qualche misura è giustificato? L”inviato della Bbc sul terreno, parla di una situazione «caotica e violenta» e di testimoni che raccontano di saccheggi a tutto spiano da parte degli insorti intorno alla città , con camion che partono carichi di frigoriferi, televisioni e perfino trattori arraffati qua e là . Bottino di guerra. E’ l’altra faccia degli abusi sui vinti gheddafiani veri o presunti, commessi dagli insorti (e denunciati giorni fa da un rapporto di Amnesty), senza che il Cnt possa o voglia impedirli.
Ieri il Cnt ha annunciato la caduta dell’altra città ancora nelle mani dei gheddafiani: «controlliamo il 95% di Bani Walid», città 170 km a sudest di Tripoli, restano solo sporadiche «sacche di resistenza», ha detto un portavoce, e confidiamo che sarà lo stesso per Sirte «in the next few days».
Manca ancora una conferma indipendente della notizia. Come pure dell’altra notizia, data sempre da gente del Cnt: uno ha confermato ieri l’arresto («mercoledì scorso» a Sirte), di Mutassim, uno dei figli di Gheddafi, che ora sarebbe a Bengasi. Ma un’altra fonte Cnt ha detto invece che Mutassim è «ancora a Sirte, ferito e circondato». Ieri la tv Ar Rai, che ha base a Damasco, ha dato la notizia che Khamis, capo di una milizia molto temuta, e il capo dei servizi Abdullah al Senussi, sono morti il 29 agosto «mentre combattevano il nemico» a Tarhouna, 90 km da Tripoli. E’ la terza volta che Khamis viene dato per morto. Sarà quella buona?
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