In Italia gli ultra 85enni sono curati poco e male

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MILANO – In Italia gli ultra 85enni sono curati poco e male. Su un campione di 2.200 infartuati, solo il 41% degli over 85 ha ricevuto le cure per evitare ricadute, contro il 77% di quelli tra i 65 e i 69 anni. E solo al 7% è stato controllato il livello del colesterolo “cattivo”, rispetto al 26% dei secondi. È quanto emerge dallo studio “Salute e benessere dell’anziano”, condotto dalla Società  italiana di gerontologia e geriatrica e finanziato dalla Fondazione Sanofi-Aventis (gruppo farmaceutico francese), sulla popolazione anziana di sei Asl (due al nord, due al centro e due al sud). Che ai più vecchi siano dedicate meno attenzioni lo dimostra anche il dato su quanto le Asl spendono pro capite ogni anno per farmaci e esami diagnostici: 453 euro per i pazienti over 85, contro i 1.016 euro per chi ha tra i 65 e i 69 anni. Lo studio viene presentato domani al congresso nazionale di fisioterapia a Pacengo del Garda (Verona). “Le cure per gli anziani non sono inutili – afferma il presidente Niccolò Marchionni -: se applicate, si riduce del 60% il rischio di infarto o di morte”.

Anche le donne con una frattura al femore subiscono la negligenza del sistema sanitario. Su 700 casi di ultra 65enni, soltanto al 14% delle pazienti con più di 85 anni sono stati raccomandati farmaci. Percentuale inferiore di quella delle donne di età  compresa tra i 65 e i 69 anni, pari al 29%. Lo stesso dicasi per gli esami, che sono stati prescritti al 9% delle prime e al 13% delle seconde, tanto che la spesa annuale per farmaci e diagnostica per le più anziane è di 1/3 rispetto alle altre. “Chi segue trattamenti adeguati, il 74% delle volte previene il rischio di aggravamenti” dichiara Marchionni.

Per condurre l’indagine sono stati incrociati i dati di quattro database “che di solito non vengono confrontati tra loro” ammette Marchionni. Si tratta dell’anagrafica degli assistibili asl (nome, cognome, data di nascita, codice fiscale), del registro farmaceutico territoriale (consumi di farmaci e risorse), delle schede di dimissione ospedaliera e della specialistica diagnostica ambulatoriale.

Difendere la salute degli anziani non impoverisce la società , anzi. “Il 25% della popolazione italiana è anziana e consuma oltre il 50% delle risorse sanitarie sanitarie: questo perché, anziché ricevere le cure farmacologiche necessarie, vengono sottovalutati o lasciati perdere e quindi finiscono all’ospedale più spesso – spiega il presidente -. Ma il ricovero ha un costo complessivo maggiore rispetto alla prevenzione”. A penalizzare questa fascia di età , secondo Marchionni, è anche “l’atteggiamento fatalistico dei medici, che non credono nei risultati dei trattamenti su chi è prossimo alla fine della vita”. (Chiara Daina)

 

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