La Borsa boccia il piano Fiat “Al 58% di Chrysler entro l’anno”

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TORINO – La Borsa non gradisce la rivoluzione azionaria annunciata nella notte tra giovedì e venerdì dal Lingotto. Non piace l’effetto diluitivo della conversione di risparmio e privilegiate, operazione che finirà  per far perdere peso alle ordinarie. Tanto che lo stesso John Elkann, presidente di Exor, garantisce che per bilanciare quell’effetto la finanziaria degli Agnelli è disposta ad acquistare titoli pur di mantenere la propria quota al di sopra del 30 per cento, soglia Opa. Un quadro che in mattinata provoca il crollo delle azioni ordinarie di Fiat spa (meno 4,98 per cento) e l’impennata di quelle privilegiate (+17) e delle risparmio (+19,3). Sostanzialmente stabili (+0,6) le ordinarie Industrial mentre schizzano le privilegio (+36) e le risparmio (+34). A pesare su Fiat spa anche un indebitamento netto che in tre mesi è salito da 3,4 a 5,8 miliardi, molto più dei 4,1 del consensus degli analisti. Effetto, dicono al Lingotto, del fisiologico aumento degli investimenti nel terzo trimestre e anche del pagamento delle quote di Chrysler al Tesoro americano e al governo canadese dell’Ontario, che sono così usciti dal capitale della casa di Detroit.
Rispondendo alle domande degli analisti in conference call, l’ad del Lingotto ha comunque annunciato che la decisione sulla conversione verrà  presa dalle assemblee di Fiat e Industrial nel mese di aprile e che «le assemblee dovrebbero essere convocate a febbraio». In prospettiva Marchionne ha confermato tutti gli obiettivi per il 2011, anche se ha detto che «il 2012 sarà  l’anno più difficile per il mercato italiano». Tra le difficoltà  anche «l’impasse di Fabbrica Italia» che l’ad attribuisce «a una frangia marginale dei sindacati che rappresentano solo un lavoratore su dieci». L’attacco è naturalmente alla Fiom che in realtà , stando ai dati forniti dalla stessa Fiat, è il sindacato più grande nel gruppo (con il 12,5 per cento di iscritti) ed è in crescita. Sempre secondo i dati forniti dalla Fiat, il 58,7 per cento dei dipendenti non è iscritto ad alcun sindacato.
Nel colloquio con gli analisti, Marchionne è tornato sulle prospettive di fusione con Chrysler. Ha confermato che «entro l’anno» verrà  ottenuto l’ultimo pacchetto di azioni (il 5 per cento) legato a scambi di tecnologie: a gennaio, al salone di Detroit, verrà  presentato un modello in grado di percorrere 40 miglia con un gallone di benzina. La Fiat salirà  così al 58 per cento della casa di Auburn Hills. Poi si tratterà  di completare la fusione. Chrysler sarà  quotata in Borsa? E quando? A queste domande Marchionne risponde che «c’è il tempo per studiare la fusione» e garantisce che comunque «sarà  fatta entro il 2014». Oggi «il mercato è fermo» e non ci sono dunque le condizioni per un’Ipo di Chrysler.
L’ultimo capitolo della giornata è riservato a Fiat Industrial. «Confermati gli obiettivi 2012», Marchionne non esclude nuove alleanze («siamo aperti a questa possibilità ») ma smentisce che l’abolizione di ordinarie e privilegiate sia legata a un imminente matrimonio. Per Fiat e per Fiat Industrial il bilancio 2011 creerà  i presupposti per il pagamento dei dividendi.


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