La Fiat resta nel tunnel a settembre vendite -7,8%

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TORINO – Il mercato vivacchia e la Fiat sta molto peggio. Nel mese di settembre in Europa si sono vendute 1.269.646 automobili, l’1,1 per cento in più del settembre del 2010. Il merito dell’incremento va tutto al mercato tedesco che da solo è cresciuto dell’8,1 per cento mentre gli altri grandi mercati continentali sono sostanzialmente stabili: meno 1,4 per cento in Francia, meno 1,3 in Spagna, meno 0,8 nel Regno Unito. Eccezione negativa è l’Italia dove il mercato crolla del 5,7 per cento. La pessima performance delle vendite in Italia spiega almeno in parte il tonfo continentale della Fiat che perde il 7,8 per cento e vede ridursi la sua quota sul mercato europeo dal 7,1 di un anno fa al 6,5 per cento di oggi. I marchi del Lingotto sono al sesto posto insidiati da vicino dalla Bmw. Un quattro non positivo nel giorno in cui anche Fitch abbassa il rating di Torino.
I dati delle vendite di auto confermano quel predominio franco tedesco sull’economia continentale che tanto infastidisce il governo italiano. E’ un fatto però che ai primi quattro posti ci siano costruttori di Berlino e Parigi che da soli governano su metà  del mercato. Con la Volkswagen sicura in vetta: quasi un’auto su quattro (il 23,2 per cento) tra quelle immatricolate in settembre nei 27 paesi dell’Unione è del gruppo di Wolfsburg che fa registrare un incremento del 12 per cento delle vendite. Seguono i francesi della Psa (10,5) e della Renault (8,7). Al quarto posto la Opel con il 9 per cento. In un anno l’intero mercato italiano dell’auto è passato dal secondo al quarto posto. Causa ed effetto al tempo stesso di questo fenomeno è la difficoltà  dei marchi del Lingotto a tenere il passo. Con il brand Fiat che scende del 12 per cento sul settembre 2010 e Lancia e Alfa che rimangono comunque sotto la soglia dell’1 per cento (nonostante le ottime performances della nuova Y).
A spiegare le difficoltà  del mercato italiano non c’è solo la crisi. Ci sono tre fattori specifici: l’incertezza generale del quadro politico ed economico, l’aumento della tassazione sulle quattro ruote e la penuria di nuovi modelli nei concessionari del principale costruttore nazionale. «Quel che è mancato in questi mesi – osserva Gianprimo Quagliano del centro Studi Promotor – è stata un’azione di lobbing a favore dell’auto in Italia». Così sono passati senza opposizione due aumenti delle accise sui carburanti, l’incremento della tassa sui passaggi di proprietà , l’aumento del bollo auto e quello dell’Iva. Cose che non accadevano quando la Fiat premeva nelle stanze della politica.
Ma il vero nodo da sciogliere è quello dei nuovi modelli. Marchionne lancerà  questa mattina, tra gli stucchi del Teatro Carignano di Torino, la nuova Thema e il nuovo Voyager. La prima è destinata a diventare la nuova ammiraglia della Lancia anche se è evidente la parentela con la Chrysler 300 C. Non sono ancora questi i veri modelli nati dalla fusione tra Torino e Detroit. Per il 2012 le due principali novità  dovrebbero essere i monovolume L0 e L1 prodotti in Serbia. Verranno presentati a Ginevra e saranno destinati a sostituire la Musa e l’Idea. Mentre nei mesi successivi dovrebbe arrivare sul mercato la Lancia Flavia, derivata dalla Chrysler 200C. L’anno del ritorno in grande stile sul mercato dovrebbe invece essere il 2013. Ma tra due anni c’è il rischio che la concorrenza abbia eroso le quote del gruppo. Incertezze che spiegano per quale motivo anche Fitch si sia adeguata al giudizio delle altre due agenzie di rating abbassando il giudizio da BB+ a B.


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