Liberata la nave italiana, i pirati si sono arresi

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La Farnesina ha appreso con “viva soddisfazione” che, grazie all’intervento congiunto di due unità  della Marina Militare degli Stati Uniti e del Regno Unito, che hanno operato sotto la direzione dell’Ammiraglio italiano Gualtiero Mattesi, in qualità  di Comandante della Task Force dell’Operazione Nato Ocean Shield che svolge attività  di contrasto alla pirateria nel bacino somalo, gli undici pirati che hanno sequestrato la Motonave italiana Montecristo si sono arresi e sono stati tratti in stato di detenzione.

E’ dunque libero e salvo – si legge in una nota della Farnesina – l’equipaggio che, rifugiatosi ieri nella zona blindata della Motonave, è comunque riuscito, nonostante le drammatiche circostanze, a dirigere la nave nei pressi dell’International Traffic Recognized Corridor. Il Ministero degli Affari Esteri, che, attraverso l’Unità  di Crisi, sin dai primi momenti ha seguito con massima attenzione la vicenda, in costante raccordo con il Comando Operativo Interforze del Ministero della Difesa, ed in continuo e costruttivo contatto con la società  armatrice, esprime il suo forte apprezzamento per l’efficace collaborazione fra tutti gli attori istituzionali che ha consentito lo svolgimento della brillante operazione odierna.

FIGLIA COMANDANTE SCUSSAT: SIAMO FELICI

– Gioia ed emozione: sono i sentimenti in casa di Diego Scussat, il comandante della “Montecristo”, dopo la notizia della liberazione delle nave grazie ad un blitz delle forze speciali inglesi concordato tra il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il suo collega britannico Liam Fox. “Siamo felici” dice la figlia maggiore al telefono all’ANSA. “Quando lo sentirò – aggiunge – so che mi metterò a piangere”.

FRATTINI: SOLLIEVO PER FAMIGLIE – “Non si può non essere soddisfatti” così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha commentato la notizia del blitz che ha portato alla liberazione dell’equipaggio della nave italiana Montecristo sequestrata dai pirati a largo della Somalia. “Le famiglie ora potranno tirare un sospiro di sollievo”, ha aggiunto il ministro.

FAMIGLIA MARRAS: ‘STA BENE, SIAMO FELICI’ – Dopo la notizia tanto attesa della liberazione, ora i genitori di Pietro Raimondo Marras, il venticinquenne di Lula (Nuoro) addetto alla sicurezza della nave Montecristo, non vedono l’ora di poterlo sentire al telefono. Dopo l’ansia e la preoccupazione vissute in queste ultime ore, in casa Marras è stata festa grande nel pomeriggio appena ricevuta dalla Farnesina la notizia della liberazione della nave italiana sequestrata dai pirati. “Spero di riuscire a mettermi in contatto con mio figlio il prima possibile – ha detto il padre, Antonio – per ora sappiamo solo che stanno tutti bene”. Raggiunto telefonicamente dall’ANSA già  questa mattina, il signor Antonio non aveva nascosto la preoccupazione, da genitore, per le sorti del proprio figlio. Ex volontario dell’Esercito e dipendente di una società  di sicurezza, nonostante la giovane età  Marras è già  esperto e si trova imbarcato sulla Montecristo, della compagnia livornese D’Alesio, per garantire, anche se non armato, interventi in situazioni di emergenza.

PADRE GIGLIOLI: ‘SIAMO STATI FORTUNATI’ – “Siamo stati fortunati, credevo finisse male. Ora siamo più tranquilli: sono cOntento per tutto l’equipaggio”: così il padre di Luca Giglioli, 22 anni, il più giovane dei marittimi sequestrati dai pirati e liberati oggi commenta l’esito del blitz. “Stanotte sono stato al lavoro per cacciare la tensione”, ha detto il padre del giovane allievo ufficiale, anche lui dipendente del Gruppo D’Alesio. La famiglia è stata avvisata della liberazione della nave ‘Montecristo’ dalla Farnesina. Ancora la famiglia non ha parlato con il giovane: “Stiamo aspettando che la nave arrivi in un porto sicuro e che venga bonificata”. “Luca ha una grande passione per il mare”, dice parlando del figlio il cui scopo è diventare terzo ufficiale. Con Stefano Mariotti, l’altro livornese a bordo, erano partiti in aereo per Londra da dove avevano raggiunto Liverpool, porto dalla quale è partita la nave. In precedenza era stato quattro mesi si varie petroliere nel mediterraneo ed ora era contento di andare in Vietnam. “Quel tratto di mare è pericoloso. Ne avevamo parlato – aggiunge il padre – ma lui, che è un ragazzo molto maturo per la sua età , ci aveva detto ‘non preoccupatevi'”.

LA RUSSA: ‘SESSANTA MILITARI PER PROTEGGERE NAVI’ – Dieci nuclei della Marina Militare, ciascuno composto da sei unita’, sono pronti per essere imbarcati sui mercantili delle navi italiane in transito nei mari a rischio pirateria. E’ quanto prevede un protocollo d’intesa firmato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa e dalla Confitarma, la quale paghera’ il servizio.

Il processo, ha ricordato La Russa, “é partito da un’iniziativa parlamentare, sfociata in un decreto che ha individuato gli spazi marittimi a rischio pirati. Con questo protocollo prevediamo l’impiego di militari della Marina a bordo delle navi battenti bandiera italiana che lo richiedono. E’ anche previsto che gli armatori possono ingaggiare dei contractor, vigilanti privati”. Naturalmente, ha aggiunto, “i militari non saranno sottoposti a vincoli gerarchici con il capitano della nave, ma risponderanno al comando presente in una base logistica a Gibuti”. “Abbiamo accelerato le procedure – ha proseguito il ministro – perché, come dimostra il sequestro ieri della nave Montecristo, c’é necessità  urgente di offrire protezione alle navi che incrociano quelle zone”. Da parte sua, il presidente di Confitarma, Paolo d’Amico ha sottolineato che “non sono solo le acque del Corno d’Africa a rischio, ma anche quelle dell’Oceano Indiano e del Golfo Persico. E’ un tratto di mare su cui transita il 30% del petrolio che arriva in occidente e il 20% delle merci in genere. Non è quindi una zona remota, ma di grande importanza per l’economia mondiale”. D’Amico ha anche sostenuto che “se una nave è difesa da militari armati i pirati possono essere subito messi in fuga”. Il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Bruno Branciforte, ha spiegato che “restano da definire, ma lo faremo presto, le regole di ingaggio dei nostri militari che saranno molto semplici e si baseranno sul principio di autodifesa, cioé dell’uso della forza quando sarà  necessario”.


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